Cronaca

Migranti nei centri anche senza più titolo. ​Il Viminale detta le regole anti-Covid

“In considerazione della preminente esigenza di impedire gli spostamenti sul territorio, e sino al termine delle misure connesse all’emergenza in atto, dovrà essere garantita e monitorata la prosecuzione dell’accoglienza anche a favore di coloro che non hanno più titolo a permanere nei centri”. È una delle indicazioni contenute nella nuova circolare con la quale il capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale, Michele di Bari, richiama l’attenzione dei prefetti sulle disposizioni adottate per la prevenzione della diffusione del virus Covid-19, nell’ambito del sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei centri di permanenza per il rimpatrio, anche alla luce dei quesiti ricevuti.

La circolare ribadisce “la necessità di assicurare nelle strutture di accoglienza il rigoroso rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus previste a livello nazionale, onde evitare l’esposizione ai rischi di contagio per i migranti accolti e per gli operatori, nonché di generare situazioni di allarme sociale dovute al mancato rispetto, da parte dei primi, dell’obbligo di rimanere all’interno delle rispettive strutture”.

Con riferimento ai possibili nuovi arrivati, si ricorda “la necessità di accertare che i medesimi non presentino patologie infettive ed in particolare sintomi riconducibili al virus Covid 19. A tal fine sarà necessario che gli stessi vengano sottoposti prioritariamente al previsto screening da parte delle competenti autorità sanitarie, e successivamente siano applicate le misure di sorveglianza sanitaria e di isolamento fiduciario per un periodo di 14 giorni, come evidenziato nella circolare del 18 marzo 2020. Solo al termine di tale periodo e sempre che non siano emersi casi di positività al virus, i migranti potranno, ove ritenuto necessario, essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria”.

Per quel che riguarda gli stranieri in accoglienza, “riveste fondamentale importanza che a cura degli enti gestori, con l’ausilio dei mediatori culturali, venga impartita ampia ed aggiornata informativa sui rischi della diffusione del virus, sulle prescrizioni anche igienico-sanitarie da adottare, sul distanziamento all’interno dei centri, sulle vigenti rigorose limitazioni degli spostamenti e, nei casi in cui siano in atto le più stringenti misure previste per i casi di isolamento fiduciario o di quarantena, sull’esigenza del loro assoluto rispetto”. 

In linea generale, è “opportuno mantenere un costante collegamento con gli enti gestori dei centri, sotto il duplice obiettivo di monitorare il rispetto delle prescrizioni imposte e di intercettare eventuali difficoltà operative. Si richiama altresì l’attenzione sulla necessità di individuare spazi all’interno dei centri, o strutture apposite, da destinare, in caso di necessità, all’applicazione delle misure della sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o permanenza domiciliare, anche ricorrendo al potere di requisizione”. Il documento prescrive infine di “assicurare che nell’ambito dei centri vengano adottate le necessarie misure di carattere igienico-sanitario e di prevenzione, nonché evitate forme di particolare concentrazione di ospiti”.

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