Cronaca

Lo stetoscopio sta andando in pensione?

stetoscopio cuore 

Due secoli dopo la sua invenzione, lo stetoscopio – da oltre 200 anni simbolo della professione medica – è di fronte a una prognosi incerta.

Anche le più celebri serie tv, da E.R.- Medici in prima linea a Grey’s Anatomy, hanno abituato a identificare il medico con un camice bianco e uno stetoscopio al collo. Il medico in corsia è sempre stato rappresentato così. Eppure, tra qualche anno, le cose potrebbero cambiare. Da qualche tempo, infatti, si sta imponendo una sua alternativa decisamente più tecnologica. 

Lo stetoscopio di ieri e di oggi

Lo stetoscopio è uno strumento necessario per una prima valutazione delle condizioni di un malato. Serve ad auscultare respiro e ritmo cardiaco. Fin da quando fu inventato nel 1816 dal medico francese René-Théophile-Hvacinthe Laennec è parte integrante della dotazione primaria di ogni medico.

Dall’antico stetoscopio in legno si è poi arrivati a quello moderni, per esempio agli stetoscopi digitali elettronici prodotti da aziende leader del settore come Eko e Litterman. Strumenti, questi, capaci di amplificare notevolmente il suono e ripulirlo dal rumore, ottenendo così una precisione di ascolto molto elevata.

Per migliorare il rilevamento dei soffi cardiaci, Eko ha sviluppato algoritmi di intelligenza artificiale, utilizzando le registrazioni di migliaia di battiti cardiaci. Questi dispositivi sono in grado di informare i medici se i suoni cardiaci rilevati sono normali oppure se sono stati registrati mormorii sospetti. Questi stetoscopi digitali permettono inoltre di inviare dati a computer e smartphone tramite sistemi wireless o bluethoot, a seconda dei modelli.

I rivali ad alta tecnologia

Il caro vecchio stetoscopio è quindi minacciato da dispositivi portatili, basati su tecnologie ad ultrasuoni, intelligenza artificiale e specifiche app, in grado di riprodurre immagini fedeli dell’attività cardiaca.
Tra gli stessi medici, però, i pareri riguardo il destino dell’antico stetoscopio sono contrastanti. Ad esempio, il dottore Eric Topol, cardiologo di fama mondiale, lo considera uno strumento obsoleto, niente più che un paio di ‘tubi di gomma’: “É stato ok per 200 anni”, ha affermato Topol. “Ma ora abbiamo bisogno di andare oltre. Insomma, possiamo fare meglio. Non c’è motivo di ascoltare i suoni quando possiamo vederli”.

Il dottore Paul Wallach ha creato, cinque anni fa, un programma al Medical College della Georgia che prevede, entro il prossimo decennio, di rendere universale l’uso di dispositivi ad ultrasuoni per l’analisi del sistema cardiocircolatorio. Lo stesso dottore ha attivato, presso l’università di Indianapolis, tra le più grandi degli Usa, un corso interamente dedicato all’uso di questa nuova strumentazione tecnologica.

“Questi nuovi dispositivi – ha sottolineato Wallach – aumentano la nostra capacità di dare un’occhiata sotto la nostra pelle”. Tuttavia il dottore, a differenza di alcuni colleghi come Eric Topol, si guarda bene dal dichiarare morto lo stetoscopio. Anzi, a suo avviso la prossima generazione di medici indosserà “uno stetoscopio al collo e un ecografo in tasca”.

Una diversità apparente?

Gli stetoscopi moderni assomigliano poco al primo stetoscopio, eppure funzionano allo stesso modo. La creazione di Laennec consisteva in un tubo cavo di legno, lungo quasi un piede. Si tratta di uno strumento che, rispetto all’ascolto diretto dell’orecchio appoggiato sul petto del paziente, ha reso più agile percepire cuore e polmoni. Tubi di gomma, auricolari e l’attacco metallico, spesso freddo, da applicare al corpo sono arrivati più tardi, aiutando ad amplificare i suoni.

Ma raccogliere e interpretare i suoni del corpo è soggettivo e richiede orecchie sensibili e addestrate. “Alcuni studi recenti hanno dimostrato che i laureati in medicina interna e medicina d’urgenza che utilizzano uno stetoscopio classico possono perdere fino alla metà dei mormorii che sarebbe invece importate rilevare”, ha riferito il Dr. James Thomas, cardiologo alla Northwestern Medicine di Chicago.

Anche il dottor Dave Drelicharz, pediatra da più di 10 anni a Chicago, conosce bene il fascino dei nuovi dispositivi ad alta tecnologia. Eppure, a suo dire, finché il loro prezzo non scenderà il vecchio stetoscopio “rimarrà il nostro strumento preferito”. Gli stetoscopi convenzionali, infatti, costano in genere meno di 200 dollari. Centesimi rispetto alle migliaia di dollari che vanno sborsate per acquistare i loro “fratelli” più tecnologici.

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