Cronaca

Le super piante “mangia” polveri per combattere lo smog in città

piante cattura smog

SERGI REBOREDO / PICTURE ALLIANCE / DPA PICTURE-ALLIANCE

È possibile creare nelle città oasi per combattere lo smog con le ‘super piante‘ mangia polveri in grado di catturare quasi 4 mila chili di anidride carbonica (CO2) nell’arco di vent’anni di vita, bloccando anche le pericolose polveri sottili PM10 e abbassando la temperatura dell’ambiente circostante durante le estati più calde e afose.

È quanto emerge da uno studio di Coldiretti divulgato in occasione dell’emergenza inquinamento nelle principali città italiane dove sono scattate le misure di limitazione del traffico. Al primo posto nella speciale classifica delle piante mangia smog, c’è l’Acero Riccio che raggiunge un’altezza di 20 metri, con un tronco slanciato e diritto e foglie di grandi dimensioni, fra i 10 e i 15 cm con al termine una punta spesso ricurva da cui deriva l’appellativo di ‘riccio’: ogni esemplare e’ in grado di assorbire fino a 3800 chili di CO2 in vent’anni e ha un’ottima capacità complessiva di mitigazione dell’inquinamento e di abbattimento delle isole di calore negli ambienti urbani.

A pari merito, con 3100 chili di CO2 aspirate dall’aria, ci sono poi la Betulla verrucosa, in grado di crescere sui terreni piu’ difficili e considerata albero sacro presso i Celti e le tribù germaniche, e il Cerro che puo’ arrivare fino a 35 metri di altezza.

Il Ginkgo Biloba che è un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, oltre ad assorbire 2800 chili di CO2 vanta anche un’alta capacità di barriera contro gas, polveri e afa e ha una forte adattabilità a tutti i terreni compresi quelli urbani. Fra gli alberi anti smog troviamo il Tiglio, il Bagolaro che è fra i piu’ longevi con radici profonde e salde come quelle dell’Olmo campestre.

Il Frassino comune, spiega ancora Coldiretti, è un altro gigante verde che può arrivare a 40 metri mentre l’Ontano nero è il piccolino del gruppo con un’altezza media di 10 metri ma che nonostante le dimensioni ridotte riesce a bloccare fino a 2600 chili di CO2 e a garantire un forte assorbimento di inquinanti gassosi.

Un’opportunità per intervenire in modo strutturale nella lotta allo smog con la diffusione di parchi e giardini in città dove purtroppo ma in Italia ogni abitante dispone in media di appena 32,8 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli con valori con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 16,5 a Roma, dai 18,1 di Milano ai 22,6 di Torino fino ai 22 metri quadrati a Bologna, secondo una analisi Coldiretti su dati Istat.

In questo contesto una possibilità di azione c’è anche per i privati, con la conferma in manovra per il 2020, del bonus verde fortemente sostenuta dalla Coldiretti che prevede attualmente una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili. 

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