Cronaca

Le ceste del negoziante turco che sfamano i poveri in Brianza

 «Per chi ha bisogno può prendere gratis». Il cartello in stampatello azzurro è affisso a un palo e sotto ci sono tre cassette che trabocca cibo dalle 8 del mattino alle 8 della sera.

Siamo a Orsenigo, provincia di Como nella verde e benestante Brianza, ma anche qui, racconta Mesut Karakurt, titolare del negozio `Blue Star´, «c’è chi fa fatica, ora poi col coronavirus anche diversi ristoratori, costretti a chiudere, sono in difficoltà». Qualche giorno fa questo imprenditore di origini turche che tutti chiamano `Felice´ non solo perché è la traduzione del suo nome ma soprattutto perché «sorride sempre», ha deciso di mettere a disposizione alimenti di prima necessità in questo punto vendita e nell’altro che gestisce a Como.

«Riempiano il cesto con pasta, sugo, frutta, verdura, patate e latte, battendo sempre lo scontrino – racconta all’AGI – tutta roba non scaduta e nemmeno prossima alla scadenza. Alcuni clienti si sono offerti di integrare con cibo portato da loro, ma voglio farlo solo io finché riesco». Mesut spiega che, già fuori da questo periodo di emergenza, ha sempre regalato cibo ai poveri in modo silenzioso. «Ogni anno, tra l’altro, butterei via 30mila euro di roba scaduta che dò volentieri a chi ne ha bisogno. E poi faccio sempre credito con libretto, lascio il tempo ai clienti, tanti sono turchi perché vendiamo prodotti del mio Paese, di pagare quando ce la fanno». 

Ora però è diverso, anche in questo angolo in apparenza idilliaco della Brianza la crisi economica sta colpendo duro e chi prima galleggiava ora non riesce più a portare in tavola di che sfamarsi. «C’è per esempio la giovane badante con tre bimbi e chi, dopo un mese senza lavoro, inizia ad accorgersene. Per noi è un buon periodo a livello di incassi, abbiamo triplicato le entrate, viene tanta gente mai vista», dice Mesut, 42 anni di cui 20 in Italia per molto tempo come chef e che adesso 5 dipendenti, tra cui la moglie. La sua iniziativa ha raccolto tanto successo: «Sto ricevendo complimenti da tutti e sono contento di dare un mano al Comune che pure sta facendo la sua parte nell’aiutare chi ha bisogno. Quanti soldi ci perdo? Quel conto non lo faccio, non ha senso. Quando decidi di dare non puoi tenere il conto di quanto entra e quanto esce». 

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