Cronaca

L’allarme dei ristoratori: “Noi invisibili, così ci fate fallire” 

“Siamo invisibili per il governo. Non staremo sul divano a vedere il tessuto economico del nostro Paese che si sta sfasciando. E non possiamo riaprire con il plexiglass, i guanti, le mascherine. Non ha senso. Così ci fate fallire”: con queste parole, Giovanni Favia, ex consigliere regionale del M5s, tra i primi espulsi dal Movimento, ed ora ristoratore a Bologna, annuncia una due giorni di protesta del settore lanciata dal ‘basso’.

Alcuni proprietari di locali, consegneranno domani le chiavi delle proprie attività ai sindaci dei rispettivi Comuni per denunciare le difficoltà del settore della ristorazione, l’ultimo a partire secondo la ‘road map’ del governo. Questa sera “accenderò le luci della mia attività e ci saranno altri esercenti di Bologna. E non saremo i soli in Italia. Ogni minuto – spiega Favia in un video messaggio – stanno arrivando nuove adesioni. In maniera spontanea, dal basso, alcuni ristoratori toscani hanno lanciato questa iniziativa. Si stanno organizzando. Il 29 aprile abbiamo previsto la consegna ai sindaci delle nostre città, delle chiavi della nostra attività”.

“La nostra giustificazione avrà come voce: lavoro. Andremo nei Comuni, rispettando le distanze di sicurezza e con le mascherine, per dire che esistiamo”. Una mobilitazione che di fatto bypassa le associazioni di categoria del settore.

“Abbiamo preso una decisione così drastica – sottolinea l’ex grillino – perché abbiamo capito che tutto quello che hanno fatto le nostre associazioni di categoria in questi mesi seguendo i protocolli istituzionali non è servito a niente. Personalmente, seguendo l’ultimo comizio del nostro premier Conte ho capito che siamo invisibili. L’unica cosa predisposta è stata la cassa integrazione dei dipendenti che ancora non hanno visto, per l’inefficienza del nostro governo, lo stipendio di marzo. Comunque l’azienda in sé, quella che garantirà in futuro l’occupazione, non è stata minimamente aiutata. Occorre predisporre un piano adesso, non tra un anno quando inizieremo a morire economicamente come mosche”.

Favia non risparmia critiche al governo Conte II e, nelle vesti di imprenditore, promette battaglia. “Ci sarà la crisi economica e ci saranno le persone terrorizzate perché prima avete sottovalutato le cose – lamenta – e poi avete provocato un’ondata di isteria di massa, di terrore. Quindi ci sono persone che a lungo non frequenteranno più i luoghi pubblici. Noi anche con il personale ridotto non riusciremo a pagare i costi fissi. Oggi e domani è l’inizio della nostra protesta. Siamo ancora pochi ma ci stiamo diffondendo a macchia d’olio e sarà un maggio caldo”.

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