Cronaca

La startup nata per arginare il fenomeno dell’odio online 

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AGI

Francesco Inguscio

L’odio online sta dilagando, è un dato di fatto. Le testimonianze sono molte e i modi per offendere “a portata di clic” per chiunque. Parallelamente, però, gli attuali strumenti di tutela legale non permettono di difendersi con altrettanta facilità e velocità. Che fare, allora? Per risolvere il problema è intervenuta Cop, una startup tecnologica che ha sviluppato “Chi Odia Paga”. Si tratta della prima piattaforma legaltech italiana in grado di tutelare le persone vittime di odio online.

Gli insulti social, soprattutto di contenuto antisemita, che hanno aggredito Liliana Segre nelle ultime settimane hanno indignato tutto il mondo, politico e non solo. Quotidianamente, una media di 200 attacchi “virtuali” hanno colpito la senatrice, nominata a vita dal presidente Mattarella nel gennaio 2018. Il 26 ottobre, dopo la pubblicazione del rapporto dell’Osservatorio antisemitismo, è emerso un fascicolo a carico di ignoti – aperto nel 2018 dal pool antiterrorismo guidato da Alberto Nobili – per indagare sugli insulti arrivati alla Segre.

L’origine di COP

L’odio online è un problema emergente e diffuso: il triste caso che ha colpito la senatrice Segre lo dimostra. COP, in questo senso, vuole cercare di dare un contributo per trovare una soluzione rapida ed efficace.

La piattaforma di “denuncia come un servizio” Chi Odia Paga nasce dall’esperienza di Nuvolab – società fondata nel 2011 – grazie a un primo investimento (che ammonta a 200mila euro) di Oltre Venture che si occupa, appunto, di investire in progetti di innovazione sociale.

“Il nostro obiettivo è investire in aziende economicamente sostenibili che sviluppino delle soluzioni concrete ai problemi della nostra società – ha dichiarato in una nota Luciano Balbo, presidente e co-fondatore di Oltre Venture. “Chi Odia Paga, in questo senso, democratizza l’accesso ai servizi legali per tutti coloro che sono vittima di odio online”.    

Nata nel 2018, la startup ha ora aperto le porte ad associazioni, aziende, influencer, professionisti del settore in vista del lancio ufficiale previsto per inizio 2020. L’iniziativa è di Francesco Inguscio, imprenditore e ammiistratore delegato di Nuvolab, uno dei “venture accelerator” più attivi nel mondo startup italiano. 

Un’altra interessante peculiarità di COP riguarda il suo core team, completamente al femminile. Da una parte l’avvocato Nicole Monte si occupa del fronte legale, dall’altro Cristina Moscatelli di quello marketing.

I numeri dell’odio virtuale

I numeri dell’odio online crescono di anno in anno e, con essi, le vittime in Italia (ma non solo). Secondo stime dell’International Center for Research on Women, nel mondo il 73% delle donne ha subìto un qualche tipo di violenza di genere attraverso canali virtuali. Tuttavia, l’odio online agisce contro qualunque gruppo sociale.

A confermalo è la “Mappa dell’intolleranza” redatta ad inizio 2019 da Vox Diritti. Secondo il report, in Italia su un campione di oltre 215mila tweet, il 70% contiene messaggi di odio. Tra questi il 32% riguardava i migranti (+15% rispetto al 2018), il 27% era contro le donne (+2% rispetto al 2018), il 15% riguardava odio contro gli islamici (+7%rispetto al 2018), l’11% contro i disabili (+3% rispetto al 2018), il 10% contro gli ebrei (+6% rispetto al 2018) e il 5% contro gli omosessuali.

“Le vittime di simili messaggi potranno, tramite COP, richiedere la rimozione degli insulti svolgere le attività tecniche di preistruttoria, fino ad arrivare all’invio di diffide, esposti al questore, denunce e querele, in base alla gravità del reato commesso dagli “hater””, ha ricordato Inguscio. 

L’obiettivo di COP

“Mi sembra doveroso scendere in campo contro l’odio online mettendo al servizio della società le competenze e le risorse accumulate in questi 10 anni di attività nel mondo dello sviluppo di startup innovative”, ha affermato Inguscio. “Tramite la nostra piattaforma puntiamo a ‘tassare chi odia’ per finanziare progetti di sensibilizzazione ed educazione ad un uso costruttivo della comunicazione sulla Rete”.  

A spalleggiare il Inguscio ci sarà l’avvocato Giuseppe Vaciago e il suo team di giuristi, tra i più rilevanti esperti italiani nel settore del digital forensics. “Per me, e il mio team – dichiara Vaciago – è una sfida professionale continuare a innovare il diritto penale tramite tecnologie legaltech e competenze sviluppate in 20 anni di esperienza in questo ambito”.  

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