Cronaca

La Regione Sardegna pagherà i posti letto nelle cliniche diventate Covid hospital

La Regione Sardegna pagherà alle cliniche private individuate come Covid hospital 250 euro al giorno per i posti letto di degenza ordinaria, 538 euro per quelli di terapia sub intensiva e 900 euro per quelli di terapia intensiva. Lo prevede una delibera, di cui ieri l’AGI ha anticipato i contenuti al momento della pubblicazione.

Il provvedimento è stato approvato la scorsa settimana dalla Giunta regionale che ha individuato tre strutture private convenzionate da destinare ai pazienti con coronavirus: Mater Olbia, Policlinico Sassarese e clinica ‘Città di Quartu’, dove i malati saranno inviati su esclusiva autorizzazione delle strutture pubbliche.

Il gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale  sollecita trasparenza su questa scelta e definisce le delibere approvate dalla Giunta in materia “lacunose: non specificano alcuni dati fondamentali come, ad esempio, la disponibilità di personale specialistico e la copertura dei costi”.

Mater Olbia dovrebbe mettere a disposizione almeno 13 posti di terapia intensiva e 16 posti letto in Malattie infettive, il Policlinico Sassarese 60 per degenze ordinarie, 12 di terapia intensiva e 14 di terapia sub intensiva, mentre il ‘Città di Quartu’ dovrebbe essere attrezzato per 40 posti ‘ordinari’ e 10 di terapia intensiva.

“Queste decisioni non sono state condivise con il Consiglio regionale e neppure con la Commissione sanità”, contestano i Progressisti, che hanno presentato un’interrogazione al presidente della Giunta, Christian Solinas, e all’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. “È importante capire se prima di prendere queste decisioni sia stata fatta una analisi dei costi, del livello di assistenza e delle possibili alternative fornite dal sistema pubblico”.

Come si legge in una delle delibere, la Giunta ha deciso, data l’emergenza, di considerare “eccezionalmente valide le stime” tariffarie proposte dai provati, considerata “l‘impossibilità di procedere ad un’istruttoria per rideterminare le attuali tariffe”.

Il coinvolgimento degli ospedali privati è giustificato dalla Giunta con la gravità che l’emergenza coronavirus potrebbe comportare, con conseguente “intasamento particolarmente pesante da sostenere per il sistema sanitario regionale”. 

L’Ats, l’Azienda per la tutela della salute, pagherà le prestazioni erogate in misura pari a un dodicesimo del budget assegnato a ciascuna struttura privata per l’acquisto delle prestazioni ospedaliere: il plafond complessivo per i privati convenzionati è stato fissato per quest’anno attorno ai 98 milioni di euro.

Se il budget non sarà sufficiente, la parte restante sarà retribuita in deroga al tetto di spesa regionale attingendo dai fondi per l’emergenza Covid-19 stanziati dalla Regione e dallo Stato. 

Le tariffe considerano i rimborsi previsti nell’attuale nomenclatore regionale per i Drg medici dei ricoveri ordinari per le malattie dell’apparato respiratorio. La durata media della degenza dei pazienti Covid-19 è stimata in 10 giorni per la terapia intensiva, 12 giorni per la terapia sub Intensiva e 14 giorni per la degenza ordinaria.

Dalle tariffe andrà decurtato il costo del personale qualora venga fornito dalla struttura pubblica, ma non è compreso quello dei farmaci per il trattamento dei pazienti Covid-19, che saranno rendicontati a parte all’Ats, su cui graverà anche la fornitura dei dispositivi di protezione individuale. Se i Dpi saranno forniti direttamente dalla struttura privata, l’Ats ne rimborserà i costi, così come farà per i tamponi e i test di verifica sugli operatori della struttura privata, ma solo se eseguiti da laboratori espressamente autorizzati dalla Regione.

Alle strutture private, inoltre, sarà riconosciuto “un finanziamento per funzione pari al 22% sulla tariffa per la terapia intensiva e del 30% sulla tariffa per la terapia sub intensiva”.

Non solo: ci sarà un finanziamento pari alla differenza su base mensile tra il valore dei posti letto Covid-19 dedicati con un tasso di occupazione pari all’ottanta per cento ed il valore dei Drg effettivamente prodotti, per il periodo che verrà poi indicato dalla Regione Sardegna. Se il valore della produzione sarà pari o superiore all’ottanta percento, verrà riconosciuto esclusivamente il valore della produzione.

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