Cronaca

La Commissione europea ha stabilito che le auto elettriche devono fare più rumore

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Strade più pulite e silenziose, a patto che le macchine non diventino invisibili. Questa è la decisione della Commissione Europea, che ha approvato il regolamento con il quale si impone ai produttori di auto elettriche di dotare i veicoli di un suono riconoscibile e artificiale, in modo che queste non passino inosservate a pedoni e biciclette. Da luglio, tutte le automobili elettriche di nuova produzione dovranno essere dotate del Sistema automatico di avviso del veicolo – dall’inglese Acoustic Vehicle Alert Systems, o Avas – mentre i mezzi già in circolazione avranno tempo fino al luglio del 2021 per adeguarsi.

Ventilata per anni, la decisione è arrivata al termine di un lungo confronto tecnico nel quale la Commissione Europea ha preso atto di numerose proposte. L’esigenza, come descritta dai documenti ufficiali, è quella di bilanciare l’assenza totale di rumore da parte di veicoli elettrici, silenziati dalla mancanza dei più obsoleti motori a combustione interna. Secondo recenti studi, presi in considerazione dai tecnici europei, le probabilità che un veicolo elettrico sia coinvolto in un incidente quando questo si muove lentamente, frena o entra ed esce da un parcheggio sono addirittura doppie rispetto ai veicoli a combustione interna.

Ma in pericolo non ci sono solo i pedoni. Il problema può riguardare soprattutto le persone ipovedenti, per le quali il senso dell’udito è cruciale per muoversi in città in modo sicuro. A denunciarlo per prime, già nel 2017, furono le organizzazioni che offrono loro assistenza, quando portarono all’attenzione del governo britannico uno studio del 2014 nel quale si evidenzia come i veicoli ibridi o elettrici abbiano il 40 per cento di probabilità in più di essere coinvolti in un incidente con un pedone.

Ma quello che chiede la Commissione non è un rumore qualsiasi, bensì un suono che dia conto dei cambi di stato del veicolo. Ogni casa automobilistica ha facoltà di decidere che set di rumori produrre, purché questi “suonino come” un veicolo che accelera, proprio come in un motore a combustione. Allo stesso modo, un suono diverso dovrà essere riservato alla retromarcia.

La libertà di scelta riservata alle case automobilistiche ha generato una vera e propria corsa alla scelta del suono migliore e più rappresentativo della filosofia del marchio. Come nel caso di Jaguar e Nissan, che già un anno fa hanno rivelato il suono delle I-Pace, la prima, e di un concept vehicle non ancora in produzione per quanto riguarda la seconda.

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Che fine ha fatto il progetto eVader

Lanciato con un contributo europeo di 1,8 milioni di euro, il progetto eVader aveva l’obiettivo di realizzare un sistema Avas mirato a comunicare la presenza della macchina ai soli pedoni rilevati in posizioni di pericolo, ma “a malapena udibile a chiunque altro”. Così facendo, questa tecnologia avrebbe consentito di eliminare il problema del rumore delle automobili, pur mantenendo un adeguato livello di sicurezza.

Purtroppo l’iniziativa sembra al momento abbandonata, anche se ha lasciato alle sue spalle un’interessante raccolta di dati sul modo in cui i pedoni rilevano la presenza di un’automobile. Secondo i risultati di un sondaggio condotto dai ricercatori, un pedone è in grado di rilevare un’automobile diesel a una distanza compresa tra i quindici e i venti metri, mentre un’auto elettrica è percepita da una distanza di soli cinque metri: una differenza tra le due di quindici metri, che può risultare letale se proiettata in un contesto cittadino. Ma ancora più interessante è la conclusione dei ricercatori, secondo i quali “i benefici del suono di un segnale di allarme non sono legati al suo volume”, bensì al suo ritmo: questi possono avere un volume basso, purché siano variabili. Prepariamoci a delle città silenziose, e dalla cadenza jazz. 

Leggi anche: Chi guida deve sempre prevedere l’imprudenza dei pedoni, ha ribadito la Cassazione

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