Cronaca

In 10 anni gli studenti italiani sono peggiorati in scienze e lettura

Ocse studenti italiani pisa2018

Foto: Cristiano Minichiello / AGF

Studenti maturità (Agf)

Gli studenti italiani di 15 anni hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori a quelle che avevano i loro coetanei dieci anni fa. In matematica mantengono un livello medio sufficiente, in linea con quello dei coetanei dei paesi Ocse, ma per quanto riguarda le scienze il risultato medio è “significativamente inferiore” alla media Ocse. Tanto che, secondo gli esperti, molti di loro escono da scuola senza avere le competenze di base richieste dal corso di studi: “Sono gusci vuoti”, come li definiva il linguista Tullio De Mauro.

È il dato più rilevante, relativo al nostro paese, che emerge da Pisa 2018, l’indagine internazionale promossa dall’Ocse con cadenza triennale con l’obiettivo di rilevare le competenze degli studenti di 15 anni in Lettura, Matematica e Scienze (a questa tornata hanno partecipato alla prova PISA 11.785 studenti quindicenni italiani, divisi in 550 scuole totali).

Andando nel dettaglio, lo studio evidenzia che i risultati in matematica sono migliorati nel 2009 per poi rimanere stabili nel tempo ma modesti. Circa il 24% dei nostri studenti quindicenni non ha raggiunto il livello 2, livello base di competenza in matematica (media Ocse 22%) mentre solo il 10% si colloca nei livelli di eccellenza 5 e 6 (media Ocse 11%).

I ragazzi ottengono un punteggio superiore alle ragazze di 16 punti e questa differenza è più del doppio di quella rilevata in media nei paesi Ocse. I maschi superano le femmine in particolare nelle fasce di punteggio medio-alto.

Per quanto riguarda le scienze, 1 su 4 studenti italiani non raggiunge il livello base di competenze scientifiche, nei paesi Ocse è 1 su 5. Sono ‘low performer’ in scienze il 15-20% degli studenti del nord Italia e oltre il 35% degli studenti del sud Italia. Inoltre, le differenze di genere qui non contano.

In altri ambiti, ad esempio la lettura, le donne ottengono punteggi superiori ai maschi, ma i risultati di maschi e femmine nella materia delle scienze non risultano statisticamente differenti. “Gli esiti delle ragazze sono in generale meno brillanti negli ambiti scientifici – sottolinea Anna Maria Ajello, presidente di Invalsi – e anche quando sono eccellenti le ragazze hanno un maggiore timore di sbagliare. E’ un fenomeno largamente diffuso che orienta la nostra attenzione su una gamma di aspetti collegati. Si tratta certamente di prendere atto della sua dimensione radicata e connotata culturalmente, ma cio’ non puo’ rappresentare una rinuncia per interventi mirati che colgano le diverse sfaccettature del problema”.

 “Ci deve sicuramente preoccupare il calo della preparazione scientifica e della capacità critica degli alunni italiani – commenta con l’AGI il ricercatore dell’Ocse, Francesco Avvisati – perché il calo non proviene dagli studenti meno bravi, ma proprio dai più bravi. Inoltre, rispetto a dieci anni fa il mondo è diventato più complesso, ed è cresciuta la richiesta di competenze scientifiche diffuse e di capacita’ critica di lettura”.

Come si spiega questo calo? “Nella lettura e nelle scienze il livello tende a calare – spiega Avvisati – perché c’è bisogno di un aggiornamento continuo dei contenuti e delle modalità di insegnamento ma in Italia il cambiamento è più lento rispetto ad altri paesi. La nostra scuola è immobile“.

Per quanto riguarda la lettura (definita da Pisa come “la capacità degli studenti di comprendere e utilizzare i testi per raggiungere i propri obiettivi e partecipare alla società) gli studenti italiani ottengono un punteggio di 476, inferiore alla media Ocse (487), e si collocano tra il 23 e il 29esimo posto tra i paesi Ocse.

Il punteggio non si differenzia da quello di Svizzera, Lettonia, Ungheria, Lituania, Islanda e Israele. Soltanto il 5% degli studenti italiani raggiunge i livelli più elevati della scala delle performance (i livelli 5 e 6). A livello medio internazionale tale percentuale è di circa il 9%. I migliori sono i cinesi: gli allievi delle province di Pechino, Shanghai, Jiangsu e quelli di Singapore conseguono un punteggio medio superiore a quello di tutti i paesi che hanno partecipato a Pisa.

L’indagine Pisa conferma che in Italia permane una realtà scolastica a ‘macchia di leopardo’, con divari territoriali molto ampi: per quanto riguarda la lettura, gli studenti del Centro-Nord riportano generalmente i risultati piu’ brillanti, dimostrano di saper risolvere compiti più complessi mentre i coetanei del Sud e delle Isole hanno maggiori difficoltà.

Si osservano differenze anche tra le tipologie di scuola frequentate dagli studenti: i ragazzi dei Licei ottengono punteggi molto elevati in lettura, vicini ai paesi europei con risultati migliori in Pisa (521 punti). Seguono quelli degli istituti tecnici (458 punti), mentre gli studenti degli Istituti professionali e della Formazione professionale – simili tra loro – sono più in difficoltà a svolgere correttamente le prove Pisa e spesso non raggiungono il livello minimo di competenza.

Sempre in lettura le ragazze superano i ragazzi di 25 punti e tra i ‘low performer’ ci sono più ragazzi che ragazze. Tra i ‘top performer’ (livello 5 e 6) le ragazze sono presenti in misura maggiore.

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