Cronaca

Il racconto dei turisti respinti alle Mauritius: “È stato un incubo”

“È stato un incubo”. Volti scuri, malcontento e rabbia per i 40 turisti italiani arrivati a Fiumicino con un volo Alitalia dalle Mauritius, nell’Oceano Indiano. “Non è giusto. Abbiamo subito una vessazione fuori dal comune, un disagio assurdo. Non capiamo perché solo noi, lombardi e veneti, non siamo scesi alle Mauritius. Perché solo noi, e gli altri? Sono stati con noi sul volo, quindi sono contagiati anche loro dal Coronavirus“, dicono all’AGI alcuni ragazzi.

Il gruppo, composto da persone provenienti da Lombardia e Veneto, faceva parte dei 212 passeggeri arrivati ieri mattina nella capitale dell’arcipelago. Proprio per volontà delle autorità locali ai 40 cittadini veneti e lombardi, che non mostravano alcun sintomo influenzale o disturbi di altro genere, è stata data la scelta tra sbarcare per sottoporsi a un periodo di quarantena in due ospedali della capitale Port Louis oppure rientrare subito in Italia. Tutti hanno scelto il rientro e Alitalia si è attivata immediatamente.

Arrivati a Fiumicino c’è poca voglia di parlare e la rabbia sale tra chi, dopo mesi di sacrifici, aveva messo da parte i soldi per una vacanza in famiglia. “Chiederemo un risarcimento. Siamo partiti da Malpensa e nessuno ci ha controllato, neanche qui a Roma siamo stati controllati. Alle Mauritius potevano farci scendere tutti, abbiamo respirato la stessa aria, quindi siamo tutti infetti o tutti in salute. Noi italiani siamo stati trattati da profughi, uno schifo”, spiega all’AGI Tamara, moglie e mamma di due adolescenti, che questa notte dormirà a Fiumicino e domani mattina partirà per Milano.

E c’è anche chi attacca direttamente Alitalia. “Non ci hanno dato neanche l’acqua sull’aereo. Niente assistenza, uno schifo. Alitalia con me, con la mia famiglia, ha chiuso”, afferma Ilde, torinese, che “vuole solo lasciarsi tutto alle spalle”. Sul Coronavirus le opinioni si dividono. Molti hanno paura di tornare nelle proprie città, ma c’è anche chi è felice di riabbracciare i suoi cari. 
 

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