Cronaca

Il presidente del Salone del Mobile ha spiegato la decisione del rinvio a giugno

Salone del Mobile a giugno: ultima chiamata! Gli effetti del Coronavirus hanno fatto slittare la manifestazione fieristica che omaggia il meglio del design, di due mesi, dal 21 aprile al 21 giugno, quando per sei giorni visitatori e buyer di tutto il mondo (l’anno scorso oltre 380mila visitatori da 181 paesi) affolleranno Fieramilano a Rho. La decisione, presa ieri in un lungo e sofferto Cda di FederlegnoArredo, non prevede altri ripensamenti. Non c’è un piano B.

Come ha spiegato all’AGI, Claudio Luti, il presidente della fiera del design più importante del Paese, “giugno è l’unico mese possibile, una data successiva poi sarebbe troppo vicina all’edizione di aprile dell’anno prossimo e le aziende non avrebbero alcun interesse a due manifestazioni così ravvicinate. Giugno, dunque, è l’ultima data valida, l’unica soluzione per non abbandonare del tutto” la possibilità di aprire i battenti alla creatività.

Se dovesse saltare il Salone, ma per adesso “non se ne parla assolutamente”, ci tengono a precisare, “l’impatto sul Paese sarebbe di 1-1,3 miliardi di euro”, come ha quantificato il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.

“Abbiamo deciso il rinvio, perché pensiamo che una manifestazione come il Salone possa aiutare tutto il settore, la filiera, Milano e l’Italia – aggiunge Luti -, quindi ci siamo sforzati con un po’ di positivismo, sperando che ci sia una evoluzione sanitaria, e anche psicologica migliore. E abbiamo cercato con questa nuova data di salvare il Salone del Mobile”.

Un evento che, attenzione, vale 120 milioni di euro. Senza parlare dell’indotto che arriva dal Fuorisalone, quell’insieme di eventi che animano tutta la città, riempiendo ristoranti e hotel. La cifra esplode e arriva a circa 250 milioni. 

C’erano state già delle disdette dai 2.200 espositori previsti per la fiera ad aprile?

“Non sono arrivate disdette – assicura Claudio Luti – siamo stati noi che vista la situazione psicologica che c’è in questo momento a Milano abbiamo deciso di posticipare. Ci siamo imposti di variare la data, abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo, perché in questo periodo ci sarebbero stati molti problemi, compresa qualche defezione”. 

Luti, che è anche presidente della Kartell, aggiunge che è arrivata qualche richiesta di rinviare la manifestazione ma la scelta è stata fatta seguendo il buon senso. “Anche io ho un’impresa – spiega – e vedo le difficoltà che abbiamo ad andare in giro, a ricevere i clienti, a fare il lavoro normale in tutto il mondo. E ci sono persone che hanno problemi a venire a Milano”.

Per il Salone a giugno è ottimista?

“Non posso vedere nella sfera di cristallo della sanità – replica – ma bisogna lavorare per cambiare la psicologia che c’è in questo momento. Negli ultimi due giorni c’è stato un grandissimo allarmismo. Non ce l’aspettavamo”.

Quello che è certo è che i numeri della 59 esima edizione sono destinati a cambiare, sia quelli delle presenze, sia quelli degli espositori. Non saranno più 2.200 e caleranno anche i 400 mila visitatori attesi. Già si calcolava che sarebbero mancati in 30 mila dalla Cina.

“Per adesso dobbiamo vedere come si evolverà la situazione. Abbiamo parlato con tanti – spiega Luti – c’è chi è disponibile per giugno e chi non lo è”. Da qui un appello al Governo affinché sostenga il settore, rilanciato ieri anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala con un video su Facebook: “il governo dia una mano a un settore fondamentale della nostra economia”. 

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