Cultura

Il Politecnico di Milano è ancora l’università migliore d’Italia

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Anche quest’anno, il sedicesimo consecutivo, è stata pubblicata dagli analisti di Quacquarelli Symonds la classifica delle migliori università del mondo. Per le italiane un risultato migliore rispetto ai precedenti rapporti. Come scrive Il Sole24 Ore, il Politecnico di Milano si posiziona per la prima volta tra i primi 150 atenei al mondo (149° posto, 7 posizioni in più rispetto allo scorso anno), confermandosi per il quinto anno consecutivo anche prima Università italiana e ottenendo in assoluto il proprio risultato migliore.  

Grande risultato anche per la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che è “la decima università al mondo per Citations per Faculty, l’indicatore che misura l’impatto della ricerca prodotta rispetto al numero di ricercatori”.

Per quanto riguarda l’estero il Massachusetts Institute of Technology (Mit) è nominato la migliore università del mondo per l’ottavo anno consecutivo e l’intero podio è occupato da realtà a stelle e strisce: in seconda posizione c’è la Stanford University e al terzo posto l’Università di Harvard. C’è da dire, comunque, che solo il 16% delle università americane hanno migliorato il loro status, è il minimo storico e la situazione crea qualche perplessità.

Effetto Brexit sulle università inglesi?

Grande rumore sta provocando nel Regno Unito la conferma di un trend negativo cominciato ormai tre anni fa da parte dell’università di Cambridge, stretta, come scrive The Guardian, nella morsa della Brexit. Ben Sowter, direttore della ricerca di QS, ha detto al quotidiano inglese che la performance più debole del Regno Unito quest’anno non è stata una sorpresa: “Per decenni, l’istruzione superiore nel Regno Unito è stata una delle migliori esportazioni del paese nel mondo. Il settore ha prodotto una ricerca eccezionale, ha promosso l’insegnamento di livello mondiale, ha forgiato legami di trasformazione con l’industria e ha accolto milioni di giovani di talento”.

“Per garantire la continuità di questa situazione privilegiata è essenziale – prosegue Sowter –  che coloro che hanno il potere di farlo raddoppino gli sforzi per migliorare la capacità di insegnamento, raggiungere una chiara conclusione sullo status delle tasse degli studenti dell’UE post-Brexit e fare tutto il possibile per garantire che il Regno Unito resti parte dei quadri di collaborazione di ricerca dell’UE nel futuro”.  

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