Cronaca

Il Papa parla ai “nuovi schiavi”: “Dio chiama migranti fuori dalle prigioni”

Papa Francesco Cristo migranti natale

Alberto PIZZOLI / AFP 

Papa Francesco

Papa Francesco si rivolge agli “schiavi dell’oggi” nel giorno di Natale per dire loro che la Parola di Dio li chiama “ad uscire dalle prigioni”. E cita le vittime della mancanza di pace in Medioriente, America Latina e Africa, i cristiani perseguitati, i sacerdoti rapiti ma in particolar modo si sofferma sui migranti. Vittime, questi ultimi, dell’ingiustizia che li costringe ad attraversare mari trasformati in cimiteri e a subire torture e “abusi di ogni tipo” in campi di transito che in realta’ sono lager. E questo “di fronte a muri di indifferenza”. La Parola che ha guidato gli ebrei nel cammino dalla schiavitu’ alla liberta’, e continua a chiamare gli schiavi di ogni tempo, anche di oggi, ad uscire dalle loro prigioni”, ha detto avendo accanto i cardinali Renato Raffaele Martino, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santita’.

 “La Parola che ha orientato il cuore e i passi di Abramo verso la terra promessa, e continua ad attirare coloro che si fidano delle promesse di Dio”, ha sottolineato Francesco, “Ci sono tenebre nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici, ma piu’ grande e’ la luce di Cristo. Cristo sia luce per i tanti bambini che patiscono la guerra e i conflitti in Medio Oriente e in vari Paesi del mondo”.

Quindi il Bambino “sia conforto per l’amato popolo siriano che ancora non vede la fine delle ostilita’ che hanno lacerato il Paese in questo decennio. Scuota le coscienze degli uomini di buona volonta’. Sia sostegno per il popolo libanese, perche’ possa uscire dall’attuale crisi e riscopra la sua vocazione ad essere un messaggio di liberta’ e di armoniosa coesistenza per tutti. Sia luce per la Terra Santa dov’Egli e’ nato, Salvatore dell’uomo, e dove continua l’attesa di tanti che, pur nella fatica ma senza sfiduciarsi, aspettano giorni di pace, di sicurezza e di prosperita’. Sia consolazione per l’Iraq, attraversato da tensioni sociali, e per lo Yemen, provato da una grave crisi umanitaria”.

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