Cultura

Il creatore di Capitan Harlock è stato colpito da un ictus a Torino

Matsumoto Capitan Harlock ictus Torino

GABRIEL BOUYS / AFP

Matsumoto

Leiji Matsumoto, il celebre fumettista ideatore di Capitan Harlock, è stato trasportato in gravi condizioni all’ospedale Molinette di Torino, città dove si trova per celebrare i 40 anni del noto pirata dello spazio. Da quanto si apprende dal 118, Matsumoto, 81 anni, sarebbe stato colpito da un ictus mentre si trovava nell’hotel Nh di piazza Carlina. 

Prima di Harlock, Matsumoto aveva disegnato un altro pirata: Capitan Kingston, un inglese segretamente agli ordini della regina di Spagna per la quale va alla ricerca del tesoro di Napoleone. Il suo campo d’azione non è l’Oceano Atlantico, bensì il Pacifico, mentre il suo aspetto è ispirato a quello dell’attore americano di origini australiane Errol Flynn.

La prima puntata del cartone animato è andata in onda il 9 aprile 1979. Per il pubblico, abituato alle battaglie tra robot di Goldrake, non è solo un altro colpo di fulmine, ma anche la scoperta di un nuovo tipo di fantascienza, diversa, romantica, introspettiva e pregna di significati metaforici, come scrive il Corriere.

La storia stessa di Capitan Harlock, ambientata nell’anno 2977, è qualcosa di inedito e ricco di spunti di riflessione anche per il pubblico più adulto. La Terra del futuro è sotto il controllo di un governo centralizzato a guida giapponese. In questo mondo, risultato di una globalizzazione giunta alle sue più estreme conseguenze le risorse, dopo decenni di sfruttamento sconsiderato, si sono ormai esaurite e per reperire i prodotti necessari alla sua sopravvivenza l’uomo ha iniziato a colonizzare altri pianeti.

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Grazie al vasto impiego di macchine gli uomini non hanno più necessità di lavorare e vivono un’esistenza svogliata e pigra. Non hanno più ideali, sogni, obbiettivi da perseguire, non hanno più niente o nessuno per cui combattere e lottare. Delle apposite onde ipnotiche diffuse attraverso i programmi radiotelevisivi li mantengono in una situazione di totale apatia. Chi non accetta questa situazione è visto come un pazzo o additato addirittura come un fuorilegge.

I governanti corrotti e interessati solo al proprio tornaconto personale preferiscono divertirsi e non si rendono neppure conto che un terribile invasore alieno si appresta ad attaccare la Terra: le Mazoniane. Solo pochi scienziati cercano di dare l’allarme, ma nessuno li ascolta. Gli alieni hanno così gioco facile ad eliminarli. Uno di essi è il professor Daiba (Daio nella versione italiana). Suo figlio Tadashi, rimasto orfano, decide così di unirsi alla ciurma di Capitan Harlock sull’astronave Arcadia dove trova una nuova famiglia e dove, puntata dopo puntata, maturerà anche come uomo. Harlock è il simbolo vivente della libertà, è colui che vola nello spazio infinito e non accetta di vivere un’esistenza inutile sulla Terra pur amandola con tutte le sue forze.

Con il suo volto imperscrutabile, segnato da una cicatrice e da un occhio bendato, il pirata spaziale incarna in sé l’ideale dell’eroe romantico riletto attraverso l’etica del bushido (il codice d’onore dei samurai) e per questo non può che affascinare e incantare. 

 

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