Cronaca

Identificate le prime 5 vittime del naufragio di Lampedusa

migranti naufragio lampedusa 

Sono state identificate le prime cinque vittime, tutte donne, del naufragio di Lampedusa. La prima salma trovata domenica, sulla costa di Cala Galera, dalla Guardia di Finanza, era quella di una ragazza sud-sahariana, di poco più di 20 anni. Ma le ricerche dei mezzi aerei e navali di Guardia costiera, Guardia di finanza e Marina militare a Lampedusa continuano senza sosta perché, riporta Repubblica, sono almeno una quindicina in totale i migranti che – secondo le testimonianze dei 149 sopravvissuti – risultano dispersi dopo il naufragio del barcone di dieci metri capovoltosi ieri pomeriggio a solo un miglio dall’isola dei Conigli. Due minorenni tunisini hanno perso i genitori che ancora non figurerebbero nell’elenco dei sopravvissuti.

In mare ci sono ancora altre due navi: la Ong spagnola Open Arms che ha comunicato 11 evacuazioni mediche davanti alle coste di Augusta. “I bimbi con le famiglie, i feriti per ustioni e armi da fuoco e altri casi medici sbarcano in Italia. Ora attendiamo un porto sicuro per le 62 persone che sono ancora a bordo”, ha scritto su Twitter. E poi c’è la Aita Mari, la nave dell’Ong basca Salvamento Maritimo Humanitario (Smh) che opera nel Mediterraneo per soccorrere i migranti, e che ha chiesto un porto sicuro per le 78 persone a bordo salvate dalle acque.

“Piove e fa freddo di fronte alla Sicilia, dove 78 persone stanno aspettando un porto di sbarco sicuro”, si legge sul profilo Twitter dell’imbarcazione, che deve affrontare le difficili condizioni meteo. “Nessuna risposta da parte dell’Ue da giovedì. Ciò aumenta la sofferenza per i fratelli che stanno solo cercando un Paese pacifico”, aggiunge. Le condizioni difficili sono state confermate dal giornalista Javi Julio che si trova a bordo: “Notte dura sulla Aita Mari. Temporale, pioggia e freddo si sono aggiunti alle onde della nave, che ha fatto oscillare gli ospiti da un posto all’altro. Ora di fronte alla Sicilia, guardano la terra”.

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha dichiarato che “presumibilmente” a entambe le navi verrà dato un porto sicuro.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Post simili: