Cronaca

“I ragazzi che rientrano dalla Cina è meglio che non vadano a scuola”

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DING LEI / XINHUA

Scuola, Cina

Il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi), Antonello Giannelli, invita “tutte le famiglie a collaborare serenamente con le scuole e ribadisce che al momento non ci sono elementi che giustifichino allarmismi di sorta. La lucidità è più che mai necessaria nelle situazioni di criticità”.

L’aggiornamento delle misure precauzionali di contrasto alla diffusione del coronavirus, deciso in data odierna dal ministero della Salute – sottolinea in una nota – prevede che il ministero dell’Istruzione “dirami a sua volta nuove istruzioni alle scuole”.

Di fronte alla crescita del livello di diffusione del coronavirus 2019-nCoV in Cina – spiega il ministero della Salute – l’aggiornamento della circolare è ispirato, coerentemente con tutti i precedenti provvedimenti del ministero, al principio di massima precauzione. Nelle prossime settimane è, infatti, previsto il rientro di studenti che si trovano attualmente in Cina.

La circolare, prosegue la nota ministeriale, riguarda i bambini che frequentano i servizi educativi dell’infanzia e gli studenti, fino alla scuola secondaria di secondo grado, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia. 

La misura di precauzione prevista in questi casi, si specifica, è quella di una sorveglianza attiva, quotidiana, del Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento attivato dal dirigente scolastico su segnalazione della famiglia. Tale monitoraggio consiste nella puntuale verifica della febbre e dei sintomi tipici del nuovo coronavirus 2019-nCoV.

La posizione del Ministero 

Il ministero guidato da Roberto Speranza chiarisce che “fermo restando il diritto inalienabile di bambini e ragazzi, di qualsiasi nazionalità, di frequentare liberamente e regolarmente la scuola in assenza di evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario, in uno spirito di massima precauzione, il Dipartimento favorisce una ‘permanenza volontaria fiduciaria’ a casa sino al completamento del periodo di 14 giorni dalla partenza dalla Cina. Il Ministero della Istruzione, con il quale l’aggiornamento della circolare è concordato, con un suo autonomo provvedimento darà indicazione ai dirigenti scolastici affinché tali assenze siano considerate giustificate”.

“Per quanto è dato di sapere” – prosegue – “sembra che i dirigenti scolastici saranno chiamati ad attivare il Dipartimento di prevenzione della Asl di riferimento ma solo su segnalazione delle singole famiglie di alunni e studenti tornati dalle regioni cinesi interessate dal contagio nei 14 giorni precedenti. Il personale sanitario provvederà in questi casi a rilevare lo stato febbrile e gli altri eventuali sintomi, e questo costituisce un deciso miglioramento rispetto a quanto previsto dalla precedente circolare che affidava il monitoraggio al personale scolastico”.

“Il ministero della Salute – si legge infine – nel ribadire che il diritto all’istruzione ed alla frequenza scolastica è inviolabile, se non in presenza di “evidenti e conclamate controindicazioni di carattere sanitario”, afferma anche di essere favorevole “alla autonoma scelta delle famiglie di decidere la permanenza volontaria fiduciaria a casa dei ragazzi interessati”.

“Ancora una volta si fa affidamento sulla affidabilità dei dirigenti scolastici” – mette in evidenza il presidente dell’associazione dei presidi – “e sul loro senso di responsabilità per impedire che un rischio ancora oggi molto contenuto possa amplificarsi e minacciare la popolazione”.

La soddisfazione della Lega

“Anche il Ministero alla fine ha deciso: niente scuola per gli studenti di ritorno dalla Cina, che possono stare a casa giustificati. I governatori della Lega, insultati da qualche fesso di sinistra per giorni, allora avevano ragione e aspettano le scuse di chi li ha accusati di allarmismo è razzismo: prevenire è meglio che curare”. Questo il commento del segretario della Lega Matteo Salvini

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