
Foto: Filippo Monteforte / AFP
Emanuela Orlandi
Attesa per oggi l’apertura di due tombe nel cimitero teutonico della Città del Vaticano per verificare se contengano i resti di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983. L’apertura è stata disposta con decreto del 27 giugno scorso dall’ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano (promotore Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi). Le operazioni si svolgeranno alla presenza dei legali delle parti, oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate, con l’ausilio tecnico del professor Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, e di personale della Gendarmeria.
“L’esame del Dna verrà fatto per raggiungere delle certezze e per escludere in maniera definitiva e categorica che nelle due tombe ci sia qualche reperto attribuibile alla povera Emanuela”. A dirlo è lo stesso Giovanni Arcudi, Professore di Medicina legale all’Università Tor Vergata, incaricato dalla magistratura vaticana di esaminare i reperti dopo l’apertura. Sarà eseguito l’esame morfologico sulle ossa ma anche quello del dna.
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