Cronaca

È uscita la classifica dei Paesi più felici, ma ha ancora senso?

La Finlandia è il Paese più felice al mondo. O almeno così risulta dal rapporto dell’Onu sulla felicità nel mondo che per il terzo anno consecutivo la vede in testa alla classifica. L’Italia migliora di sei posizioni ma resta comunque trentesima nel rilevamento fatto quando ancora non era esplosa l’emergenza coronavirus. A sgomitare con la Finlandia ci sono la Danimarca, seconda, e la Svizzera sul gradino più basso. In fondo alla classifica, invece, il Sud Sudan e l’Afghanistan, due Paesi devastati dalla guerra, che occupano rispettivamente il penultimo e l’ultimo posto.

Il rapporto viene pubblicato il 20 marzo di ogni anno, data che coincide con la giornata mondiale della felicità, istituita dall’Onu. E quest’anno la pandemia del nuovo coronavirus lascia poco spazio per la celebrazione della felicità. La metodologia utilizzata consiste nel chiedere a un campione di persone provenienti da 156 Paesi diversi di rispondere a una serie di domande sulla percezione della loro qualità di vita su una scala da zero a dieci. Vengono presi in considerazione parametri quali Pil, assistenza sociale, libertà individuale o livello di corruzione.

Come nei precedenti sette rapporti, i Paesi nordici dominano la classifica. Nei primi dieci hanno posto anche la Nuova Zelanda, ottava e l’Austria, nona. I Paesi più felici sono quelli “in cui le persone provano un senso di appartenenza, in cui si fidano e si apprezzano a vicenda”, spiega John Helliwell, coautore del rapporto. “La fiducia condivisa riduce l’onere della sofferenza e quindi la disuguaglianza del benessere”, continua.

Nonostante all’estero venga percepito come un Paese con inverni rigidi e bui, la Finlandia con i suoi 5,5 milioni gode di un’eccezionale qualità della vita, unita a un alto livello di sicurezza e ad alcuni dei migliori servizi pubblici al mondo. Allo stesso tempo, il tasso di disuguaglianza è tra i più bassi dei Paesi Ocse.

La relazione 2020 si basa sui dati raccolti nel 2018 e nel 2019 e pertanto non tiene conto delle misure eccezionali attuate da diversi Paesi per arginare la pandemia del nuovo coronavirus. Gli autori del rapporto sottolineano, tuttavia, che le condizioni di confinamento in cui vivono attualmente molte persone potrebbero, paradossalmente, promuovere la felicità in futuro.

“La spiegazione più comune sembra essere che le persone siano piacevolmente sorprese dalla volontà dei loro vicini e delle loro istituzioni di lavorare insieme per aiutarsi a vicenda”, si legge in una nota. Ma, avvertono, quando il tessuto sociale di una nazione non è forte, “allora paura, delusione e rabbia” prendono il sopravvento.

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