Cronaca

“Ci sono 950 milioni per ponti e dissesto”, assicura De Micheli

crollo viadotto de micheli 

Agf

Paola De Micheli

Sui ponti, i viadotti e le autostrade che crollano, franano, smottano, la ministra per le Infrastrutture Paola De Micheli sostiene che “l’emergenza è figlia del cambiamento climatico” e che anche con alcuni di questi aspetti “dobbiamo cominciare a fare i conti” anche se questo ovviamente “non giustifica il ritardo con cui questo Paese ha affrontato alcune situazioni, in particolare quella che riguarda il dissesto idrogeologico”. Però, aggiunge, per questo scopo “abbiamo già assegnato 700 milioni destinati alle Regioni che hanno presentato i progetti, perché tutta la progettazione è in capo a loro”.

De Micheli lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera in cui dichiara che domenica il ponte sulla A6 Torino-Savona “è crollato per una frana” ma che da ottobre il governo giallorosso ha “previsto 2.000 interventi di manutenzione straordinaria e di nuova costruzione sui ponti stanziando 250 milioni”, che porta la cifra complessiva a 950 milioni investiti.

Quanto poi alle polemiche seguite, De Micheli ribatte – anche al Governatore della Liguria, Toti, che ha avuto da ridire – che “se non si strumentalizzassero le questioni della sicurezza e ci aiutassimo tutti, faremmo molto meglio. Le opere contro il dissesto sono delle Regioni” puntualizza. E osserva ancora: “Le polemiche non aiutano: generano molto allarmismo nelle persone e non danno il senso del lavoro collettivo di tutte le istituzioni pubbliche che si adoperano per garantire il massimo della sicurezza. Non si può far e lo scaricabarile e ridurre tutto a ‘è colpa tua, è colpa mia’”. Poi, risentita, sbotta: “Che dovrei dire io allora che sono in questo ministero da solo due mesi e mezzo? Ma sto zitta. Se sei nelle istituzioni non puoi far e polemiche. I soldi li stiamo assegnando, come ho detto. 250 milioni per i ponti e 700 per il dissesto idrogeologico. È ovvio che non bastano ma voglio spendere subito quello che già c’è”.

All’obiezione del quotidiano di via Solferino che osserva che molti cantieri sono però chiusi, inattivi, la ministra ribatte che molti di questi cantieri “sono quelli nei quali lavoravano le aziende fallite”. Una cinquantina circa, precisa la ministra, che aggiunge: “Per questo abbiamo istituito i l fondo salva opere per pagar e le aziende subappaltatrici e i fornitori coinvolti. E stiamo valutando come inserir e nuove aziende al posto di quelle fallite” anche attraverso una consultazione con i sindacati e gli imprenditori per il regolamento unico per semplificare la normativa degli appalti”.

In un’altra intervista a La Stampa, la ministra delle Infrastrutture osserva anche che “non c’è bisogno di un giro di vite sui controlli sulle infrastrutture, quanto di renderli ‘continuativi e non straordinari’ e di ‘correre sugli interventi’”.

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