Nel centro di Lodi, a due passi dal Teatro alle Vigne e a poca distanza da Piazza delle Vittorie, sorge un complesso monumentale. Da fuori incute un certo timore, al’interno un muto rispetto. Ma già nel chiostro si sentono le voci che riempiono l’aria e infrangono tanto rigore: sono quelle di bambini e adolescenti che affollano il Collegio San Francesco, la scuola privata più prestigiosa della cittadina lombarda. Ampi spazi, strutture all’avanguardia, insegnamenti in due lingue e un’ottima mensa. Un dettaglio che in questa storia, vedrete, non è secondario.
A quindici minuti minuti d’auto da questa scuola c’è la farmacia di Massalengo. Per 13 anni, dalle elementari al Liceo Scientifico, Sueellen Belloni ha percorso la strada dalla farmacia di famiglia a quello che a Lodi è il caposaldo dell’istruzione. Suellen è una dei figli della febbre che nel 1981 percorre l’Italia. E’ nata il 31 agosto di quell’anno pochi mesi dopo che in Italia è andata in onda, con immenso successo, la prima stagione della supersoap americana ‘Dallas’ in cui uno dei personaggi porta proprio quel nome: Sue Ellen, ma staccato.
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Valori saldi
Il Collegio di San Francesco, del resto, è quello che ogni famiglia sogna per i propri figli: un ambiente curato, sicuro, con alte professionalità e valori saldi. Valori che si ispirano a quelli dei Padri Barnabiti, che il Collegio San Francesco lo hanno fondato e il cui principio fondante è “riconoscere nella condivisione con il fratello un momento essenziale della propria crescita e della propria vita”.
Per tredici anni è qui che la bambina destinata a diventare assessore alle Politiche sociali e alla famiglia del comune di Lodi si è formata, seguendo quei principi che, “oltre a riconoscere i diritti fondamentali della persona e della famiglia all’educazione, tengono conto dell’accresciuta incidenza della scuola nella formazione della persona e della società”.
Farmacista e leghista
Non è qua, però, che si forma la sua coscienza politica, perché quando Sueellen Belloni si iscrive alla Lega ha già 28 anni. Nel frattempo la sua carriera accademica è stata brillante: dopo la maturità si è iscritta alla facoltà di Farmacia all’Università degli Studi di Pavia, si è laureata nei tempi previsti e ha lavorato sull’inglese, che parla bene. Il suo destino professionale, del resto, è tracciato da tempo: inizia a collaborare nella Farmacia dei genitori mentre ancora studia e sei anni dopo l’iscrizione all’albo dell’Ordine dei farmacisti, nel 2012, ha finalmente una farmacia tutta sua, quella Del Centro, nel cuore di Lodi. Ha con sé una bella squadra: tre dottoresse e una collaboratrice. Un team che lei stessa definisce “affiatato e pieno di entusiasmo“.
Nel frattempo è scoppiato anche l’amore con la Lega e Sueellen decide di iscriversi al partito che all’epoca è ancora saldamente nelle mani di Umberto Bossi e piuttosto lontano dalla segreteria di quel Matteo Salvini che proietterà il suo bacino elettorale dal centro-nord a tutto il Paese.
La caduta del Pd, l’ascesa della Lega
Dopo cinque anni di passione politica, decide di provarci, e si candida. Nel 2014 viene eletta consigliere comunale nel comune di Massalengo, dove resta per tre anni come capogruppo della Lega fino ad aprile 2017. Ma nel 2016 si presenta la grande occasione. Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti, del Pd, viene arrestato per una vicenda di appalti sulla gestione delle piscine. La giunta, travolta dallo scandalo, cade e nel 2017 Sueellen si candida a consigliere comunale nella lista civica ‘Sarà’ a sostegno del candidato sindaco Sara Casanova che la chiama all’assessorato alle politiche sociali e alla famiglia.
Il programma della Casanova parla chiaro: nel capitolo dedicato all’immigrazione viene specificato che “deve essere gestita senza ipocrisia, nel rispetto della legalità” e che “l’integrazione è possibile solo se sarà garantita a tutti una vita dignitosa, senza abusi e senza violenza e in quello sulla famiglia che “per l’assegnazione dei servizi, delle tariffe, dei posti negli asili nido e scuole dell’infanzia e degli alloggi comunali” sarebbero stati presi in considerazione nella stesura delle graduatorie alcuni aspetti, tra cui “per gli stranieri, il patrimonio detenuto nei Paesi di origine”.
La delibera, alla lettera
E’ in base a questo capitoletto che l’assessore Belloni ha deciso di applicare la delibera che prevede per gli extracomunitari i cui figli vogliono accedere a mensa, materna e bus scolastico l’obbligo di presentare un documento rilasciato dal consolato del loro Paese d’origine in cui si attesta che, a casa loro, non posseggono nulla. Scritta in italiano, con una traduzione giurata. Chi non riesce a produrre queste carte dalla fascia Isee più bassa viene catapultato in quella più alta, scrive il Corriere: dai due euro giornalieri a pasto si passa a cinque. Mentre lo scuolabus si alza da 90 euro trimestrali a 210 euro. E nelle mani di Sueellen Belloni scoppia una bella grana. Proprio a lei, che tra le prime iniziative del suo mandato era riuscita a far funzionare il Rei, il reddito di inclusione, introdotto dal governo Gentiloni per il contrasto alla povertà: a Lodi città le richieste accolte e protocollate sono state 208, scrive il Cittadino.
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