Cronaca

Che cosa c’è nell’acqua della Laguna di Venezia

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Marco Bertorello / Agf

L’acqua alta a Venezia

La Laguna di Venezia è riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ha una superficie di circa 550 km quadrati, di cui l’8% sono terreni emersi (la città di Venezia e molte isole minori), il 12 % acqua o canali dragati, e il restante 80% piane di marea fangose, paludi d’acqua salata o artificiali casse di colmata. Le bocche di porto, inizialmente più numerose, sono state ridotte a tre: Lido-S. Nicolò, Malamocco e Chioggia. Ma di che qualità è l’acqua della Laguna?

Non un granché, a dar retta proprio a un rapporto dell’Unesco, che elenca gli inquinanti che la avvelenano e ha lanciato da tempo l’allarme per il processo d’erosione di ampie superfici coperte da velme (quella porzione melmosa di fondale che emerge con le basse maree) e  barene (gli spazi di terra emersa, poco al di sopra del pelo medio marino, argillosa). Proprio per contrastare le inondazioni dell’acqua alta è stato progettato e quasi completamente realizzato il Mose

Secondo l’Unesco le principali fonti di inquinamento delle acque lagunari sono determinate dagli scarichi industriali di origine civile e agricola che vengono sversati direttamente in laguna o introdotti tramite la rete idrografica del bacino scolante, ossia il territorio la cui rete idrica superficiale scarica – in condizioni di deflusso ordinario – nella laguna di Venezia.

L’insediamento industriale di Porto Marghera e in particolare il Petrolchimico ha costituito per molto tempo una delle principali fonti di inquinamento della laguna veneta. Le fonti di inquinamento non sono soltanto quelle prodotte dalle attività industriali ma sono anche quelle derivate dagli scarichi di tipo domestico dei centri abitati lagunari privi di adeguati sistemi di depurazione e l’apporto di sostanze inquinanti provenienti dai terreni agricoli concimati del bacino scolante. 

L’Unesco ha anche dato delle linee di indirizzo per migliorare la qualità dell’acqua della Laguna, sintetizzate in 7 punti:

  1. Migliorare la qualità dei corsi d’acqua del bacino scolante secondo gli indirizzi del nuovo Piano del distretto.
  2. Ridurre i carichi inquinanti in laguna provenienti dalle attività industriali, agricole e dai reflui urbani.
  3. Completare la conterminazione dei siti inquinati di Marghera.
  4. Attuare gli interventi di messa in sicurezza del Sito di interesse nazionale di Porto Marghera avviati dal Magistrato alle Acque di Venezia.
  5. Allontanare il traffico delle petroliere in laguna per prevenire il rischio di un disastro ecologico con il terminal off-shore ora in corso di progettazione.
  6. Realizzare ulteriori aree umide di fitodepurazione lungo la gronda lagunare e sul bacino scolante
  7. Attuare operazioni di dragaggio e asportazione dei sedimenti contaminati dai fondali dei canali industriali.

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