Cronaca

Al killer di Piscitelli si è inceppata la pistola, e c’è un testimone

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ALEXANDER POHL / NURPHOTO

Auto della polizia 

Forse doveva essere un duplice omicidio quello di ieri al parco degli Acquedotti che ha visto come unica vittima Fabrizio Piscitelli, ex capo ultras della Lazio. Dopo aver sparato la prima volta contro ‘Diabolik’ al killer si sarebbe inceppata la pistola. Accanto a Piscitelli, infatti, c’era il suo autista-guardaspalle cubano che è poi fuggito. A riferirlo ai poliziotti della Squadra Mobile è stato un testimone. L’uomo, con ogni probabilità un killer professionista, sarebbe poi scappato a piedi. Ritrovato dalla polizia un bossolo nei pressi della panchina dove il 53enne è stato ucciso. Al vaglio degli investigatori, le immagini delle telecamere di videosorveglianza di zona che potrebbero aver ripreso l’uomo scappato a piedi su via Lemonia. Sotto la lente anche i tabulati telefonici per ricostruire con chi avesse appuntamento Piscitelli.

Fabrizio Piscitelli – va ricordato – era seduto sulla panchina insieme con il suo autista-guardia del corpo cubano quando ieri sera, poco dopo le 19 al parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana, è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa. Secondo quanto si apprende, il bodyguard, dopo il colpo di pistola, si sarebbe allontanato per paura. “Fabrizio aveva appuntamento con qualcuno, ma non so con chi”, avrebbe raccontato l’uomo agli investigatori della Squadra Mobile. L’azione che ha portato all’omicidio sembrerebbe essere stata messa in atto da un “killer esperto”. Questa la convinzione degli inquirenti che indagano sull’omicidio di ‘Diabolik’.

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