Cultura

Woody Allen? Elisabetta Sgarbi, “L’arte è libera da morale e moralismi”

Il metro della morale? “Non può essere la misura dell’arte. Tantomeno dell’editoria”. Lo dichiara all’AGI Elisabetta Sgarbi, direttore editoriale di La nave di Teseo, che ha confermato la pubblicazione in italiano delle memorie di Woody Allen dopo la clamorosa marcia indietro della Hachette, seguita alle proteste dei propri dipendenti per le accuse di molestie sessuali al cineasta. ‘Apropos of Nothing’ non uscirà negli Usa, ma in Italia sarà puntualmente nelle librerie, con il titolo ‘A proposito di niente’, il prossimo 9 di aprile.

– Elisabetta Sgarbi, come giudica la decisione della Hachette di bloccare la pubblicazione del memoir di Woody Allen?

“Non la giudico di certo, nel senso che dovrei conoscerne le ragioni e le motivazioni precise. Certamente, da editore, mi spiace – spiega all’AGI – che un grande editore decida unilateralmente di non pubblicare un libro così importante, dopo averne venduto i diritti in tutto il mondo e averlo annunciato. Stiamo parlando di una questione su cui si è già pronunciata la giustizia americana che, abbiamo visto, non è tenera”.

– Lei teme o prevede che La nave di Teseo sarà criticata quando ‘A proposito di niente’ arriverà in libreria?

“Francamente non penso. Non ho percepito in questi giorni alcuna voce di dissenso. Se mai ci saranno, comunque, potranno ovviamente esprimersi ma non incideranno minimamente sulla pubblicazione del libro. Per fare un paragone: in casa editrice, tutti coloro che vi lavorano, sono felicissimi di essere gli editori di Woody Allen. E poi, comunque, stiamo parlando di un libro davvero bello”.

– Ai premi César le femministe hanno manifestato contro le nomination al film di Polanski. La morale, o il moralismo, applicata all’arte sta diventando un passaggio ineluttabile?

“La morale non è una categoria estetica. Neppure la giustizia. La letteratura, l’arte sono piene di capolavori di artisti condannati e condannabili. Caravaggio è un omicida in fuga dalla giustizia, ma non per questo smettiamo di vedere i suoi quadri. Le faccio un esempio al contrario: pubblicheremo a maggio ‘Il consenso’ di Vanessa Springora. Un’opera letteraria, non una inchiesta, che denuncia una esperienza vera, il consenso dato dall’autrice, allorché era quattordicenne, alle attenzioni di uno scrittore molto più maturo di lei”.

– Si va anche in Italia verso un eccesso di politically correct, come lo ha lamentato da ultimo per l’America Bret Easton Ellis? Un suo autore per esempio, Massimiliano Parente, è stato violentemente criticato per un articolo sulle book influencer.

“Bret Easton Ellis ne fu vittima allorché in America si pubblicò ‘American Psycho’, in Italia poi pubblicato da Bompiani, nel 1990/1991. Un’opera letteraria può suscitare, anzi direi è auspicabile che susciti reazioni, anche violente. Ma questo una volta che sia stata pubblicata, magari anche letta. Le reazioni morali (o giuridiche) non possono e non devono impedire la pubblicazione dell’opera stessa. L’arte (e l’editoria) è libera oppure non lo è”. 

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