Cronaca

Sul serio: anche per i salmoni arriva il riconoscimento facciale

Sul serio: anche per i salmoni arriva il riconoscimento facciale

Anche i salmoni hanno volti, unici e distinguibili. E un’azienda norvegese – il colosso dell’itticoltura Cermaq – ha sviluppato uno scanner 3D in grado di registrare i loro tratti e archiviarli in una banca dati, con l’obiettivo di stilare per ogni singolo pesce dei suoi allevamenti una vera e propria cartella clinica. L’obiettivo è combattere le malattie e i parassiti, come la temibile pulce marina, che infettano ogni anno centinaia di milioni di esemplari nelle vasche sulle coste dell’Atlantico, con un costo per l’industria globale stimato pari al miliardo di dollari all’anno. “Sarà una rivoluzione”, promette Harald Takle, capo della ricerca di Cermaq.

Il progetto prevede l’installazione di telecamere a pelo d’acqua, in modo da riprendere i salmoni quando, ogni quattro giorni circa, saltano fuori per la boccata d’aria necessaria alla funzionalità delle loro vesciche natatorie. Ogni salmone, per poter risalire, dovrà passare attraverso un sistema di imbuti riempiti di sensori che scannerizzeranno il loro volto e il loro corpo. Se le macchine rileveranno un’anomalia, come un’ulcera cutanea, o la presenza di parassiti, l’esemplare infetto verrà posto in quarantena e curato. 

“Solo i pesci che ne avranno davvero bisogno verranno sottoposti a trattamento, cioè una percentuale solitamente tra il 5 e il 20%”, spiega Geir Stang Hauge, uno dei 45 sviluppatori del software nonché amministratore delegato di BioSort, la startup che ha inventato il programma per conto di Cermaq, “ciò eviterà di sottoporre a stress i pesci sani”. Ora, infatti, la presenza di pochi esemplari infetti costringe gli allevatori a sottoporre a cure l’intero allevamento.

C’è già un precedente, spiega Bloomberg. Lo scorso anno il gruppo americano Cargill ha elaborato, insieme a una startup irlandese, un programma di riconoscimento facciale per il monitoraggio delle mucche, in modo da consentire agli allevatori di regolare il regime alimentare degli animali e aumentare la produzione di latte. Gli scanner consentono infatti di tracciare l’assunzione di cibo e acqua e perfino rilevare quali femmine sono in un periodo fertile. 

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