Cronaca

Qual è la situazione in Puglia con la Xylella

xylella 

TIZIANA FABI / AFP

Xylella, un albero di ulivo attaccato in Puglia 

In Puglia, nei 165 chilometri di campagne tra Brindisi e Lecce, di verde è rimasto ben poco.  Centinaia di migliaia di ulivi, alcuni dei quali secolari, sono come bruciati dal batterio killer della Xylella fastidiosa. Lo scenario che si apre dall’alto, ha commentato il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, è quello di una “regione avvolta da una ragnatela”.

Il capo del Dicastero di via XX Settembre ha sorvolato lunedì l’area in elicottero per 45 minuti insieme al presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini. “Mi è venuta la pelle d’oca e più l’elicottero si soffermava su questi alberi diventati ormai dei tronchi bruciati e più mi arrabbiavo”. E se si è arrivati a questo punto, sostiene Centinaio, se i tempi si sono allungati è “perché in Italia c’è un mostro che mi fa schifo, un mostro che se gli tagli una testa gliene escono subito altre due, ed è la burocrazia. Per ogni mese perso ci sono stati 2 chilometri (di ulivi, ndr) infettati”.

Poi ha aggiunto: “Chiedo scusa alla Puglia perché lo Stato, che si può chiamare ministeri, Regione, politica italiana o magistratura, in questi anni ha voltato la faccia dall’altra parte”. Poi ha invitato tutti a rimboccarsi le maniche:”La Regione ora ha tutti gli strumenti che ci ha chiesto di mettere in campo”, mentre nei prossimi giorni “verrà il commissario europeo e faremo vedere anche lui questo disastro”. Infine, la stoccata all’Europa, che “sa bene che se la Xylella è arrivata in Salento non è perché vi sia arrivata da Marte, ma perché i confini dell’Europa non sono sicuri. La responsabilità dell’arrivo in Salento della Xyella sta in un’Europa che da un lato, in alcuni Paesi come l’Italia, sembra matrigna, permettendo tutto ad altri Paesi”, si legge sulla Stampa

Ma qual è la situazione in Puglia?

Nella regione degli ulivi il quadro resta grave. Alcune stime parlano di circa 11 milioni di piante da considerarsi perdute a causa della Xylella. Il batterio killer non intacca le olive, ma è fatale per la pianta che, una volta contratta la xylella arriva al disseccamento in pochissimo tempo. Il Cnr nel 2016 indicò il numero di 2 milioni ma, tra disseccamenti ed eradicazioni, è difficile fare un conteggio. Di sicuro c’è che attualmente la Regione ha individuato come “da eradicare” circa 3.000 ulivi nella cosiddetta “fascia di contenimento”, al di sotto della “fascia cuscinetto” tracciata lungo una linea ideale che va dal mar Ionio all’Adriatico e attraversa i territori di Taranto, Statte, Crispiano, Martina Franca, Locorotondo, Cisternino, Fasano.

A distanza di quattro anni dalle prime misure emanate per cercare di arginare la diffusione della malattia, la situazione in Puglia resta grave. La linea che separa le zone con alberi malati da quelle ancora indenni si è alzata parecchio, attestandosi appena al di sotto della provincia di Bari. Ora gli agricoltori pugliesi avranno tempo fino al 20 giugno prossimo per partecipare all’avviso pubblico da 32 milioni di euro, della Regione Puglia, che promuove nuove misure a sostegno del comparto olivicolo e di tutte quelle imprese danneggiate gravemente dalla Xylella fastidiosa. Il contributo è destinato a migliorare soprattutto attraverso opere di ammodernamento, redditività, competitività e sostenibilità delle aziende olivicole con sede nella Zona infetta.

L’impatto sulla produzione

I danni economici sono ingenti. Stando ai dati forniti recentemente dal presidente del Cno (Consorzio nazionale olivicoltori), Gennaro Sicolo, per la stagione 2018-19 in Puglia si prevede un calo della produzione olivicola attorno al 60% a causa dei danni provocati dalla xylella nella Puglia meridionale e dalle gelate in quella centro-settentrionale. Sempre Sicolo, aggiunge che “emerge chiaramente – dopo un giro tra le campagne della provincia di Bari e del Salento – un quadro preoccupante: solo 1 terreno su 4 è curato e trattato secondo i principi delle buone pratiche agricole (arature, potature, trinciature etc), il 75% dei campi è abbandonato e ciò comporta il rischio elevatissimo di un avanzamento della sputacchina e della Xylella con danni incalcolabili per l’olivicoltura”.

Una minaccia europea

Quello della Xylella Fastidiosa, considerata uno dei batteri più pericolosi per le piante in tutto il mondo e che causa malattie che possono portare alla morte, non è un problema italiano: il batterio è presente principalmente nelle regioni costiere dell’Europa meridionale, ma secondo l’Agenzia ha potenziale di sviluppo nella “maggior parte” delle regioni dell’Unione Europea ad eccezione delle aree di alta quota. “Quasi tutta l’Europa è caratterizzata da climi che possono essere favorevoli alla creazione di Xylella fastidiosa” e le aree del Mediterraneo sono ad “alto rischio”, dice il rapporto. Negli ultimi mesi, dopo l’Italia, la Francia e la Spagna, sono stati identificati nuovi focolai in Portogallo, afferma lo studio. In Francia, sotto varietà Multiplex Xylella è stato rilevato per la prima volta nel 2015. È presente in Corsica, e la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, sugli alberi ornamentali e nella macchia mediterranea.

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