Cronaca

Perché scioperano gli autisti di Amazon in Lombardia 

Perché scioperano gli autisti di Amazon in Lombardia 

Gli autisti di Amazon in Lombardia fermano le consegne e manifestano con un presidio sotto gli uffici della sede dell’azienda, in piazza XXV Aprile a Milano. Oggetto dello sciopero sono i turni di lavoro, definiti massacranti, e l’utilizzo di un software fornito da Amazon alle cooperative che svolgono il servizio di consegna, il quale non terrebbe conto di eventuali problemi nel trasporto o lungo la strada che potrebbero causare ritardi o mancate consegne, denunciano i sindacati.

In una nota dell’azienda si legge che “per le consegne ai clienti, Amazon Logistics si avvale di piccole e medie imprese specializzate. Attraverso i fornitori di servizi di consegna, gli autisti percepiscono salari competitivi e benefit. Amazon richiede che tutti i fornitori dei servizi di consegna rispettino le leggi vigenti e il Codice di Condotta dei Fornitori di Amazon, che prevede salari equi, orari di lavoro e compensi adeguati: effettuiamo verifiche regolari e conduciamo indagini su qualsiasi segnalazione di non conformità”.

Il software criticato dagli autisti

Fornita ai trasportatori che possono scaricarla sul proprio dispositivo, l’app di gestione delle consegne di Amazon ha il compito di calcolare a inizio giornata il numero e l’ordine delle consegne da effettuare. Contattata da Agi, l’azienda spiega che l’algoritmo si basa su tre fattori: orario di lavoro, quantità di pacchi da consegnare e distanze da coprire.

Tarato per garantire la fine delle consegne entro le nove ore del turno lavorativo, il software non è uno strumento obbligatorio: “Ci affidiamo a trasportatori locali perché conoscono il territorio, ogniqualvolta dovessero ritenere che la nostra app non è utile, possono scegliere autonomamente di non utilizzarla senza alcun obbligo da parte nostra”, fa sapere una portavoce dell’azienda, che aggiunge: “se un trasportatore non dovesse riuscire a consegnare un pacco, questo viene riportato al centro per un secondo tentativo il giorno dopo, senza alcuna ripercussione”.

A garanzia di ciò, Amazon dichiara di condurre continui audit per verificare che le condizioni di lavoro nelle società terze siano conformi al Codice di condotta dei fornitori e che vengano garantiti compensi adeguati: “Quando in passato abbiamo riscontrato dei problemi, per esempio sul ritardo nel pagamento dei salari, abbiamo rescisso il contratto con la cooperativa e fatto in modo che i trasportatori che vi lavoravano venissero riassorbiti dalle altre cooperative con cui collaboriamo”.

I carichi di lavoro 

Quanto ai carichi di lavoro, in una nota si legge: “il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere. Amazon assegna le rotte ai fornitori di servizi di consegna che poi le assegnano ai loro autisti sulla base della loro disponibilità”. Inoltre “circa il 90% degli autisti termina la propria giornata di lavoro prima delle 9 ore previste. Nel caso in cui venga richiesto straordinario, viene pagato il 30% in più come previsto dal contratto nazionale Trasporti e Logistica”.

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