Cronaca

“Mantenere la calma”. Così Burioni dopo i primi casi di coronavirus in Italia

“In Lombardia sei casi di coronavirus, persone contagiate da individui che non presentavano sintomi. L’importante adesso è mantenere la calma”. Lo scrive sul suo sito Medical Facts il virologo Roberto Burioni.

“La notizia che non volevamo darvi è arrivata – afferma il medico – il nuovo coronavirus è in Italia e ci e’ arrivato esattamente nel modo in cui sin dall’inizio dell’epidemia vi avevamo detto potesse arrivare: un individuo proveniente dalla Cina che – praticamente asintomatico – ha infettato un italiano che, a sua volta, ha infettato altre persone”.

“Abbiamo sempre detto – prosegue Burioni – di considerare la possibilità che i pazienti asintomatici potessero trasmettere l’infezione: ci hanno dato dei bugiardi e dei male informati. Abbiamo sempre sostenuto che l’isolamento delle persone provenienti dalla Cina fosse l’unico modo efficace per evitare il diffondersi del virus in Italia: ci hanno detto che eravamo allarmisti e fascio-leghisti. Ora spero che sia evidente che in entrambi i casi avevamo ragione. Era facile avere ragione – sottolinea – perché bastava leggere i lavori scientifici e le notizie affidabili, senza gli occhi offuscati dall’ideologia o da secondi fini. Allo stesso modo adesso vi diciamo: niente panico“. 

“I casi sono solo sei – conclude – ma non stupiamoci se ce ne saranno altri: quello che dobbiamo fare  bloccare ora l’ulteriore diffusione di questo virus. La modalità è semplice – insiste il virologo – tutti quelli che hanno avuto un contatto con le persone infettate devono stare in quarantena. Volontaria, obbligatoria, con la porta chiusa o con la porta aperta non importa. Tutti in isolamento per quattordici giorni. E lo stesso deve valere, senza alcuna eccezione, per chi viene in Italia dalla Cina, facendo scalo in altri aeroporti. Ripeto, niente panico. Niente polemiche. Non è il momento del panico e non è il momento delle polemiche. E’ il momento di prendere le decisioni giuste per bloccare la diffusione di un pericolosissimo virus”.  

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