Cronaca

Le scarcerazioni di cui tutti parlano a Castelvetrano

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“Avete sentito delle scarcerazioni?”. A Castelvetrano, nel paese di origine del latitante Matteo Messina Denaro, non si parla d’altro. In città il prossimo 28 aprile si tornerà al voto dopo 24 mesi di commissariamento per mafia e a meno di un mese dal blitz Artemisia il Tribunale del Riesame di Palermo ha annullato i 27 arresti eseguiti dai carabinieri lo scorso 21 marzo su disposizione del gip di Trapani.

Le motivazioni saranno depositate a fine maggio ma la causa sarebbe un vizio di “incompetenza territoriale”. Il fascicolo nel frattempo è tornato ai pm trapanesi che valuteranno se inviare gli atti ai colleghi palermitani o riformulare la richiesta al gip ma sulla vicenda potrebbe esprimersi anche la Procura generale di Palermo.“Abbiamo compreso che la Procura di Trapani ha delle valide ragioni già sottoposte all’attenzione del Riesame”, ha detto il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra, al termine di una missione nel trapanese.

L’indagine è stata coordinata dalla Procura di Trapani, da un pool di magistrati composto dall’aggiunto Maurizio Agnello e i sostituti Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani. Le accuse vanno dall’associazione segreta in violazione della Legge Anselmi alla corruzione passando per episodi di rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio.

Al centro di tutto ci sarebbe stato l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto (Ncd) amico di gioventù del boss Messina Denaro, indicato dagli inquirenti come mente e organizzatore di una “superloggia” (nata ai margini di una loggia massonica regolare, la Hypsas) con base a Castelvetrano. Una sorta di piccola P2 accusata di “infiltrarsi nelle istituzioni e modificarne l’ordinario corso decisionale”: secondo le accuse, avrebbero creato consenso facendo ottenere delle false pensioni di invalidità in cambio del voto.

Perchè sono stati scarcerati? I legali degli indagati all’indomani degli arresti hanno presentato un ricorso al Tribunale del Riesame e uno di loro ha sollevato un presunto vizio di forma, riguardo l’incompetenza della Procura di Trapani nell’intero fascicolo. “La competenza per territorio per i procedimenti connessi”, dice il codice di procedura penale, “appartiene al giudice competente per il reato più grave”.

Nel caso dell’indagine Artemisia – secondo la teoria adottata dal Riesame – il reato più grave sarebbe quello di peculato (punito fino a 10 anni e 6 mesi di reclusione), commesso a Palermo e quindi la competenza non può essere del gip di Trapani. L’episodio riguarda un presunto accordo tra l’allora deputato Lo Sciuto e un suo “porta voti”, Giuseppe Angileri che prevedeva, in cambio di un falso contratto da portaborse per la moglie, il sostegno elettorale alle imminenti elezioni regionali del 2017.

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 Messina Denaro

Dopo le prime scarcerazioni la Procura di Trapani ha presentato una memoria per opporsi alla decisione del Riesame. Nel carteggio i pm hanno evidenziato che “la competenza per territorio è determinata dal luogo in cui il reato è stato consumato”. In questo caso il reato di peculato si consumerebbe al momento della consegna del denaro alla donna e non all’erogazione del denaro dalla Regione.

Nello specifico – sostengono i pm trapanesi – non è stato possibile provare l’avvenuta consegna, nonostante siano stati riscontrati numerosi incontri in diverse città. Per questo non sarebbe motivato il radicamento dell’intero fascicolo a Palermo.

Nella memoria si parla anche di un altro episodio finora inedito. Si tratta di un’estorsione (reato punito da 7 a 20 anni di carcere) non inserita nell’ordinanza sottoposta al gip di Trapani ma commessa nel territorio trapanese. Lo Sciuto si sarebbe imposto sull’allora direttore generale dell’Asp al fine di ottenere dei vantaggi. Nonostante ciò, il Tribunale del Riesame ha proseguito con le scarcerazioni e venerdì ha annullato anche gli ultimi arresti, tra cui quelli di Lo Sciuto, dell’ex sindaco Felice Errante e del candidato del “gruppo occulto” alle elezioni del prossimo 28 aprile, Luciano Perricone ritiratosi all’indomani del blitz.

Per il gip di Trapani Emanuele Cersosimo “non vi è dubbio pertanto che in occasione delle imminenti elezioni per la carica di Sindaco di Castelvetrano saranno poste in essere ulteriori condotte delittuose volte a condizionare l’esito della tornata elettorale e perpetrare l’illecita interferenza sul funzionamento del predetto organo territoriale da parte dell’associazione capeggiata da Lo Sciuto”.

Il commissario Salvartore Caccamo, presidente della commissione che ha gestito il comune negli ultimi 24 mesi, rispetto alle prossime elezioni ha detto: “In tutte le liste vedo nomi in continuità col passato”. Adesso però, a quindici giorni dal voto, tutti e 27 gli arrestati del blitz Artemisia sono tornati tutti ai loro posti.

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