Cronaca

L’altolà di Salvini ad altre due navi Ong in viaggio verso le coste libiche

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 FEDERICO SCOPPA / AFP

La nave Open Arms si sta dirigendo verso le acque del Mediterraneo antistanti la Libia, dove c’è la rotta più letale per i migranti. E, a poche ore dall’arresto della capitana di Sea Watch, entrata senza autorizzazione nel porto di Lampedusa, il fondatore dell’ong spagnola, Oscar Camps, dice di non temere le possibili conseguenze: “Dal carcere si esce, dal fondo del mare no”.

Ma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha già messo in guardia tanto Open Arms, quanto l’Alan Kurdi, della tedesca Sea Eye, anch’essa diretta verso il Mediterraneo centrale. Il viceporemier, in una diretta su Facebook, ha già avvertito: “Ci sono altre barche di due ong, una tedesca e una spagnola, che navigano verso il Mediterraneo. Ong avvisate, Ong mezzo salvate. Multe, sequestro della barca, divieto di ingresso nelle acque territoriali e in caso di disobbedienza, arresto”.

E ancora: “L’Open Arms e l’Alan Kurdi sembra si stiano avvicinando alla Libia. Penso che abbiano capito come funziona in Italia, dove finalmente c’è un governo che applica le leggi. Non ci prendono più in giro” 

Camps ha parlato al telefono con l’agenzia Efe mentre si dirigeva verso la Sicilia per imbarcarsi sulla Open Arms, in modo da assumersi la responsabilità di quello che puo’ accadere e proteggere il capitano nel caso gli accada quel che è successo a Carola Rackete, la capitana della nave dell’ong tedesca Sea Watch, che è stata arrestata dopo essere entrata senza il permesso nel porto di Lampedusa per far sbarcare i 40 migranti che aveva raccolto in mare e che erano da 17 giorni a bordo.

“Anch’io lo avrei fatto. Qualunque essere umano, non politico, lo avrebbe fatto. Qualunque…” ha aggiunto Camps. Quanto ai rischi, dice di averli ben chiari: “Ma devo proteggere anche il mio capitano e per questo mi sto imbarcando e ho dato ordini perché si esenti il capitano da qualsiasi responsabilità.

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