Cronaca

La donna morta a Modica “stava bene”. La famiglia contro il sindaco

Si chiamava Teresa Tirella, aveva 74 anni ed è deceduta domenica all’ospedale di Modica, prima vittima di coronavirus del Ragusano. “Accudiva due anziani cugini ciechi e quando una zia non poteva, dava una mano anche ai suoi anziani genitori, ancora vivi. È partita da Pavia che aveva solo un po’ di catarro, una condizione frequente, spesso ne soffriva”.

Si sfoga all’AGI Laura Sarta, figlia della donna, che vuole fare chiarezza sulla denuncia del sindaco di Modica, Ignazio Abbate. Il primo cittadino, il 24 marzo, ha sostenuto pubblicamente l’irresponsabilità dell’anziana, arrivata il 22 da Pavia, a suo dire dopo “essere scappata dalla quarantena, positiva e malata”.

“Era arrivata a Catania in aereo (Milano-Roma e dopo lo scalo nella capitale, Roma-Catania) ed aveva raggiunto Modica in taxi “mettendo a rischio anche la salute altrui” – conclude il sindaco di Modica. La verità, secondo la figlia è tutt’altra e la racconta. “Mamma era venuta da me a metà febbraio perché aveva una infiammazione alla spalla e aveva bisogno di essere aiutata. Nel frattempo qui è scoppiato l’inferno. Noi viviamo in un paese in provincia di Pavia. Pian piano si è ripresa e ha iniziato ad essere nuovamente autonoma. Sentiva il bisogno di tornare a casa sua, del suo medico per i piani terapeutici. Aveva problemi di salute, soffriva di obesità, diabete ed era cardiopatica. Ha ancora i suoi genitori vivi; aveva il desiderio di stare vicino a loro, la zia che li accudisce era stata male, voleva dare una mano”.

Allora, quale iter avete seguito? “Abbiamo prenotato prima un volo che è stato annullato, per alla fine ne abbiamo trovato un altro. Premetto che non c’erano ancora le restrizioni che impediscono di uscire dai comuni di appartenenza ma era possibile rientrare nella propria residenza. Non era in quarantena. Non lo eravamo nemmeno io, mio marito o mio figlio. E tutte le informazioni sono state verificate dalla polizia di Malpensa e sui controlli effettuati è intervenuto anche Claudio Pulvirenti, direttore per la Sicilia dell’Usmaf . Mia madre non aveva febbre. Voglio anche aggiungere che qualcuno ha detto che poteva avere coperto i sintomi con la Tachipirina. Mi hanno spiegato che se fosse stata alterazione della temperatura da coronavirus, la febbre sarebbe risalita in alcune ore. Non è stato così. Mia madre stava bene”.

L’avete quindi fatta partire. “Sì, ero terrorizzata dal fatto che si potesse ammalare. Abbiamo avvisato Protezione civile ed il Comune di Modica, ho registrato mamma con il format di ‘Costruire salute’ della Regione Sicilia e ho avvisato il suo medico due giorni prima che partisse. Non stava scappando. Se avessimo avuto qualcosa da nascondere non avremmo avvisato nessuno”.

Cosa può essere successo? “Non lo sappiamo, mamma era anziana, la maggior parte del tempo stava seduta non abbiamo notato altri sintomi se non il catarro che è per lei una condizione cronica. Ci hanno detto che il virus probabilmente era latente dentro il suo corpo per tanti giorni, ed è scoppiare improvvisamente in modo violento e aggressivo procurando immediati problemi respiratori tanto che è stata subito intubata. Ho fatto curare per vent’anni mia madre negli ospedali di Pavia, non l’avrei mai mandata a Modica se fosse stata male”.

Avete seguito le procedure previste quindi. “Abbiamo fatto tutto quanto era previsto fare. Noi, a differenza del sindaco di Modica, abbiamo tutte le carte in mano, quello che dico e’ documentato. Ci hanno detto più volte che le procedure erano corrette. Ho persino mandato un messaggio al tassista per avvisarlo che mia mamma proveniva dal nord e mi ha risposto che non ci sarebbe stato alcun problema. Al sindaco di Modica rimprovero il fatto che abbia lanciato delle accuse in un video pubblico senza avere verificato nulla. Questa che ho raccontato è la nostra verità, ed è documentata”. Ora siete in isolamento? “Nessuno ce lo ha detto, ma siamo in malattia sul consiglio del nostro medico mantenendo autoisolamento responsabile”.

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