Cronaca

“Io, la timidezza e quell’assurda decisione di ridurmi il seno a 18 anni, fermata da mia madre”

riduzione seno cucinotta chirurgia plastica

BAI KELIN / IMAGINECHINA

Maria Grazia Cucinotta

Vent’anni dal suo iconico ruolo da Bond Girl in “Il mondo non basta”, 25 anni da “Il Postino”, il film che l’ha lanciata facendola universalmente diventare “la Cucinotta” e altrettanti da quando ha conosciuto suo marito Giulio Violati, con cui forma una delle poche coppie che hanno resistito agli scossoni del mondo dello spettacolo e con cui, anticipa, l’anno prossimo celebrerà le nozze d’argento risposandosi in chiesa.  

Il 2019 è un anno pieno di notevoli anniversari (c’è pure sua figlia Giulia che compie 18 anni e sua madre che ne farà 90) per l’attrice-produttrice Maria Grazia Cucinotta che ora ha un film in uscita (“Tutto liscio”) una piccola partecipazione in “Forse è solo mal di mare” e a giugno per il Festival di Shangai tornerà in Cina, dove ha coprodotto sette film. Il 6 maggio intanto  al teatro Fellini di Cinecittà  consegna a glorie del cinema e a studenti che puntano a un futuro  nel mondo dello spettacolo gli Antinoo Awards della Talent academy, la scuola di cinema, tv e fiction diretta da Nando Moscariello con la quale collabora dalla fondazione condividendone l’approccio all’americana: “Agli allievi  proponiamo l’esperienza sul set, la scrittura dei corti… Studiare la teoria e basta non è sufficiente”.

(Maria Grazia Cucinotta. Foto: OTTAVIA DA RE / SINTESI / CONTROLUCE)

Non a caso alcuni di loro, racconta all’Agi, verranno coinvolti nel suo  “Teen”, progetto nato con l’idea di una webserie confezionata in proprio da lei e e che ora, con l’ingresso di una casa di produzione che verrà annunciata nelle prossime settimane diventerà  invece una serie tv: le riprese cominceranno a fine anno, e coinvolgeranno soprattutto ragazzi non professionisti. I temi, spiega, saranno parecchi seri, si parlerà dei problemi giovanili, di bullismo, anoressia, con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico degli adulti: “Non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma i nostri figli sono spesso il risultato dei nostri sbagli e delle nostre ipocrisie: siamo impegnati tutto il giorno sul lavoro e sugli smartphone, abbiamo poco tempo per loro”. 

Con sua figlia Giulia come se la cava? 

“Non è facile avere una madre ingombrante come me, che viene riconosciuta e fermata ovunque. Ma insieme abbiamo fatto un buon lavoro, credo, cercandole di darle sicurezza, facendole capire che lei è se stessa, con uno spazio privato che non deve essere invaso da me. Tant’è che pur essendo partita da lei l’idea di “Teen”, nella vita Giulia punta a fare tutt’altro. Dopo la maturità l’anno prossimo si iscriverà alla Luiss con l’intenzione di andare poi all’estero. E  io le preparerò le valigie. Io, figlia di un postino e di una casalinga, sono partita dalla mia Messina a 18 anni con mia madre che piangeva e che ancora oggi piange quando riparto dopo essere andata a trovarla. Ma non è mai stata egoista . Anche se è stato proprio un suo pianto a salvarmi dal grandissimo errore di ridurmi il seno qualche mese dopo il mio addio alla Sicilia”.

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TOMMASO BODDI / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

Maria Grazia Cucinotta

Davvero voleva ridursi quel davanzale che ha contribuito alla sua fortuna?

“Ho la sesta, ereditata da tutte le donne della mia famiglia, una gigantesca misura che mi aveva sempre creato imbarazzo. Il mio seno lo consideravo un incubo, soprattutto da ragazzina quando mi sentivo addosso anche gli occhi e le battutacce degli adulti. Quando l’agenzia per la quale avevo cominciato a lavorare dopo miss Italia, visto che il mio seno non era  adatto al lavoro di modella, mi ha proposto di finanziare l’intervento, ero contenta di potermi liberare di quel peso. Mi ero convinta, avevo già fatto le prime visite e avevo  l’appuntamento fissato per l’operazione di riduzione quando ho telefonato a mia madre per informarla. Lei si mise a piangere facendomi sentire uno schifo… Mi  disse che se non mi accettavo come ero significava che lei aveva fallito come madre. Annullai l’operazione e fu la mia fortuna perché dopo due mesi mi chiamò Renzo Arbore per  farmi fare la valletta a “Indietro tutta”, ero la guardiana della cella di Pisapia e e da lì cominciò tutto”. 

Alla sua sesta di seno deve anche parecchio per il suo ruolo nel bondiano “Il mondo non basta” che vent’anni fa l’ha fatta entrare nella leggenda come Bond girl”. In una scena in cui lei passava un foglietto a Brosnan dicendo “C’e’ qualche arrotondamento”’ lui rispondeva “Me ne ero accorto”, alludendo alle sue curve. 

“E pensare che io quel film inizialmente l’avevo rifiutato. Perché quando mi arrivò l’offerta per quella piccola scena che però prevedeva sei mesi mesi di impegno esclusivo stavo girando a Los Angeles “Solo una notte” un film con Timothy Hutton ed ero stanca. Avevo pensato: “Ma chi ne lo fa fare?””. Per fortuna la mia agente fece di testa sua e a fine film mi mise in mano un biglietto aereo per volare a Londra a girare il film che mi ha reso celebre per sempre. Le Bond girl sono Bond girl per sempre”. 

Cinque anni prima era stata consacrata da “Il Postino” di Massimo Troisi, che morì poco dopo le riprese, che eredità le ha lasciato?

“Avevo la metà della mia età attuale, ero una ragazzina e non mi rendevo conto dell’unicità del film che stavo girando. Adesso posso dire che la bellezza non muore e il grande cinema ha la magia di donare l’immortalità. Massimo, in fondo, non è mai andato via. E io lo penso tutti i giorni, anche perché non c’è giorno in cui qualcuno non mi chieda di lui o de “Il Postino”. 

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Agf

Maria Grazia Cucinotta

A luglio compirà 51 anni. Quando si cerca il suo nome su Google in pole position ci sono pagine e pagine delle sue recenti dichiarazioni sul sesso che a 50 anni è “più bello e appagante di prima”, con cui ha anticipato quelle del direttore del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde…

“Sono contenta che quelle affermazioni siano diventate virali, e adesso ci ho preso gusto. Sono testimonial della rivista Victoria e ho dato il via a una campagna per abbattere i pregiudizi rivolti alle cinquantenni, che le donne stesse spesso purtroppo autoalimentano. Ma se le cinquantenni sono le prime a considerarsi donne da rottamare, aggiungiamo massacro a massacro. Alla nostra età non finisce il sesso, anzi, e non finisce neanche l’attrattività. Alle mie coetanee dico che se c’è un uomo che vuole rottamarvi, va rottamato invece lui. E a quelle che si lamentano di non avere più il fisico dei vent’anni consiglio di farsi un giro nei reparti oncologici (l’attrice è ambasciatrice della onlus Komen per la prevenzione dei tumori al seno ndr). Mia madre mi ha avuto a 40 anni, dopo di me ha avuto altri figli, quando mi veniva a prendere a scuola mi chiedevano se era mia nonna perché la vedevano vecchia. Questo pregiudizio lo vivo dall’infanzia, è ora di finirla. E questa battaglia mi sta dando forza, tanto che a 50 anni sono riuscita in parte a vincere la mia timidezza e a lanciarmi su un palco teatrale per la prima volta nella mia vita”.

La Cucinotta timida, dobbiamo crederci? 

“La timidezza ha accompagnato tutta la mia carriera. Ho fatto strada perché bucavo il video e perché dovevo lavorare per necessità. Ma se avessi potuto permettermelo sarei diventata  psicologa, un lavoro più dietro le quinte. La mia timidezza  spesso è sfociata anche in attacchi di panico paralizzanti (il primo l’ho avuto alle scuole medie) che mi hanno portato anche a fuggire a gambe levate da molti provini.  Mi sono autoanalizzata a fondo e ho capito che quegli attacchi di panico nascevano dal fatto di non sentirmi accettata fino in fondo, dall’aver dovuto lottare contro parecchi pregiudizi, a partire da quelli di chi mi faceva sentire, comunque, una ragazza povera venuta dal Sud”. 

Ora gli attacchi di panico sono passati?

“Non passano mai completamente. Quando sono entrata sul palcoscenico a Civitavecchia per la prima di  “Figlie di Eva” con Michela Andreozzi e Vittoria Belvedere indossavo una vestaglia con le piume che, per quanto tremavo, tremavano pure loro e avevo paura che se ne accorgessero anche gli spettatori. Ma la presenza in platea dei miei amici e anche del gruppo delle mamme della scuola di mia figlia mi ha rinfrancato”.

Ma i quasi 51 anni che non hanno intaccato la sua autostima e hanno quasi soppresso la sua timidezza,  non le hanno tolto proprio niente a livello fisico?  

“Ho scoperto l’artrosi e i dolori ai tendini, ma significa che sono viva. Ho avuto pure le vampate, considerate qualcosa di cui vergognarsi, ma basta evitare gli zuccheri la sera per disfarsene”. 

Nel dibattito sui ritocchi estetici da che parte sta?

“Non sono contraria in assoluto, ma scelgo la moderazione: una mia grande amica è una chirurga plastica che due anni fa mi ha sottoposto a una sorta di lifting con il laser e ogni tanto faccio qualche trattamento di biorivitalizzazione. Se mi andrà un giorno mi farò un vero lifting, ma senza esagerare. Sarebbe inutile e anche ridicolo, avere una faccia da ventenne su un corpo da cinquantenne. E poi anche il corpo bisogna vestirlo adeguatamente, non da nonna, ma neanche da ventenne. Mia figlia mi dice che molti suoi amici si vergognano quando le mamme arrivano a scuola addobbate come delle ragazzine”.

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