Cronaca

 I dubbi dell’Italia su Tik Tok

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JAKUB PORZYCKI / NURPHOTO

Tik Tok

Il Garante per la privacy italiano ha chiesto al Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb), che riunisce tutte le Autorità privacy dell’Unione, di attivare una specifica task force sui rischi per la privacy che pone Tik Tok, il social network che consente di creare e condividere audio, video e immagini, usato da milioni di utenti, in gran parte giovanissimi.

Nella lettera inviata al Comitato, il presidente dell’Autorità, Antonello Soro, sottolinea come siano “già pervenute all’Autorità italiana alcune segnalazioni in merito alle possibili vulnerabilità che presenta questa app per smartphone e come anche altre Autorità, come l’Ico inglese e l’Ftc americana, abbiano già proceduto ad avviare indagini autonome”.

Il Garante italiano segnala dunque agli altri partner europei “la necessità di procedere in maniera forte e coordinata, anche in considerazione della delicatezza e della rilevanza di questo tipo di piattaforme, rivolte soprattutto alle fasce di utenti più giovani”. Il presidente Soro ha chiesto che la questione venga posta all’attenzione della prossima riunione plenaria, che si terrà Bruxelles il prossimo 28-29 febbraio, del Comitato (Edpb) che riunisce tutti i Garanti privacy europei.  

Cos’è Tik Tok

TikTok è un’app per fare video. Durano al massimo 15 secondi. Video girati con lo schermo in posizione verticale, e sempre con lo smartphone in posizione verticale è possibile scorrere tra i video caricati, nelle categorie desiderate (gli hashtag hanno una funzione fondamentale in questo social). Non sembra il classico social dove si condivide un pezzo della propria vita, magari su una spiaggia sognata, o davanti a un piatto desiderabile.

Nel 2018 è stata scaricata circa un miliardo di volte, secondo il sito di analisi Sensor Tower, che però precisa che nell’analisi non possono essere considerati gli utenti cinesi, che non è in grado di mappare. Su iOs ha superato per download sia Facebook che Instagram. La usano soprattutto giovani e giovanissimi. La generazione ‘Zeta’.

 I problemi di Tik Tok con il governo Usa

“Una potenziale minaccia di intelligence che non possiamo ignorare”, così i senatori statunitensi Chuck Schumer e Tom Cotton definirono TikTok lo scorso ottobre. In una lettera indirizzata al direttore facente funzioni dell’Intelligence Nazionale i due avevano “espresso preoccupazione per TikTok e i rischi di sicurezza nazionale connessi alla crescita del suo uso negli Stati Uniti”.

Come già scrisse Agi l’iniziativa rifletteva l’orientamento sempre più conservatore del governo statunitense nei confronti di prodotti, tecnologie e servizi di origine cinese, sospettati di contribuire alle operazioni di spionaggio di Pechino nei confronti dei Paesi occidentali. Nei mesi successivi anche diverse forze armate statunitensi, come la Marina Militare, avevano vietato l’utilizzo dell’app nei device rilasciati dal governo perché avrebbe potuti rappresentare “una minaccia alla sicurezza informatica”.

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