Cultura

I consigli di 4 scrittori contro la noia ai tempi del coronavirus

Gli scrittori chiusi in casa come la grande maggioranza degli italiani, molti dei quali staranno divorando i loro libri, approfittano del momento per completare il prossimo lavoro, ma anche per leggere opere di altri autori e riscoprire qualche classico. Cosa leggono gli autori in questi giorni di clausura e, soprattutto, cosa consigliano di leggere agli italiani?

L’AGI lo ha chiesto a quattro firme di successo accomunate dalle radici calabresi e dal successo delle loro opere che in alcuni casi hanno ispirato il cinema o sono state all’origine di sceneggiati televisivi e comunque hanno raggiunto le librerie di tutto il mondo. 

La scelta di Carmine Abate

Vincitore del premio Campiello con “La collina del vento” risponde al telefono dal Trentino dove vive. Ha interrotto le presentazioni della sua ultima fatica letteraria, “L’albero della fortuna”, nelle scuole, a causa dell’emergenza di questi giorni. Si dedica al giardino di casa, ma non trascura il rapporto con i lettori attraverso la sua pagina Facebook, seguitissima. Invita a leggere “In tutto c’è stata bellezza di Manuel Vilas” (Guanda editore) e spiega perché. “Potrei citare 2.000 volumi – dice – ma è giusto segnalare il libro che sto leggendo in questi giorni”.  

 “Si tratta – racconta Abate – di un romanzo sincero e potente, un inno alla bellezza della vita; racconta tanti drammi vissuti dal protagonista, anche il rapporto tormentato con la famiglia, ma in tutto ciò che accade c’è sempre la bellezza. In questi giorni drammatici non dobbiamo abbatterci e dobbiamo trovare il lato positivo di ogni cosa. Ora che le giornate sono più lunghe la lettura può essere un antidoto alla noia e alla solitudine. Siamo costretti a stare fisicamente in casa – dice – ma con un libro si può spaziare e andare per il proprio paese e per il mondo”. Un po’ di rammarico per la cancellazione degli appuntamenti con gli studenti, “ma l’assenza fisica dell’autore – spiega – non conta. Ai ragazzi resta la cosa più importante che è il libro, resta la storia”. 

I due consigli di Gioacchino Criaco

Scrittore di Africo (RC), vive a Milano. Confessa di avere due “fissazioni”: “Nottetempo, casa per casa” di Vincenzo Consolo, un autore caro anche ad Abate, e “Anabasi” di Senofonte. Il primo, un affresco della Sicilia degli anni Venti, vinse il premio Strega nel 1992, il secondo è la più celebre opera dello scrittore greco, risalente al IV secolo a.c.

“Il libro di Consolo – dice l’autore di “Anime nere” – lo rileggo  in situazioni particolari come quella che stiamo vivendo, mi mette in pace con me stesso, mentre l’Anabasi (è la storia dell’armata di mercenari greci assoldata da Ciro il Giovane contro il fratello Artaserse, re di Persia, ndr) racconta il ritorno a casa dopo una guerra. Si tratta di opere che in qualche modo richiamano alla mente i tempi che stiamo vivendo”.

Criaco fa riferimento ai valori della Grecia classica per invitare gli italiani a non demordere. “La cultura greca – spiega – non conosceva il peccato originale, che abbiamo acquisito dal cristianesimo, e la rassegnazione ed era fondata sul principio della responsabilità in base al quale sono le nostre azioni a determinare il futuro. Un concetto che soprattuto noi meridionali abbiamo perso, cadendo nel fatalismo, influenzati anche dalla cultura anglosassone”.  

La selezione di Santo Gioffrè

autore del fortunatissimo “Artemisia Sanchez”, dal quale è stato tratto un film andato in onda sui canali della Rai, alterna in questi giorni il suo lavoro di medico in servizio all’ospedale di Palmi alla lettura. “L’esperienza del coronavirus ci cambierà tutti – spiega – altre emergenze sanitarie come la peste suina o l’influenza aviaria non ci hanno toccato, le abbiamo viste e sentite da lontano, oggi è diverso. Tutto questo ci farà riflettere sui guasti causati dalla globalizzazione, sui tagli ai servizi sanitari e la riduzione dell’intervento pubblico, sul mito di una sanità che consideravamo fra le migliori d’Europa che si sta invece dimostrando debole”. Il suo consiglio letterario è “Todo modo” di Leonardo Sciascia.

“Un libro – dice – sempre attuale per il modo in cui affronta il rapporto con il potere”. L’attualità è anche nelle circostanze in cui si dimenano i personaggi: per sfuggire a un’epidemia, alcuni esponenti dell’establishment politico e industriale del paese si ritirano in un luogo isolato. Dal libro dello scrittore siciliano fu tratto un film del regista Elio Petri, interpretato da Gian Maria Volontè, Mariangela Melato e Marcello Mastroianni.

L’altro libro segnalato da Gioffrè, che è scrittore ma anche storico, è “Canne, la sconfitta che fece vincere Roma” di Giovanni Brizzi. “Occorre guardare al passato – dice – per rielaborare il presente”.

La selezione di Mimmo Gangemi

Nella sua Palmi, l’autore de “Il giudice meschino”, diventato una fiction televisiva, e del fortunato “la signora di Ellis Island”. In questi giorni legge “Gli anni della leggerezza, la saga dei Cazalet” di Elizabeth Jane Howard. “Amo le saghe familiari, è un genere che mi piace molto” dice. Non a caso la saga familiare è uno dei generi letterari presenti nella ricca bibliorafia dell’autore, insieme al noir, al romanzo storico e alla commedia tragica, senza dimenticare storie di quotidianità. L’imperativo, comunque, è leggere per scacciare i fantasmi che angosciano il paese. “Leggere cose serie – dice Gangemi – che abbiano un’anima e servano veramente”. 
 

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