Cultura

I classici Disney “possono contenere contenuti scorretti”

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Il politicamente corretto colpisce anche i cartoni animati che hanno accompagnato l’infanzia di molte generazioni. Come racconta il Guardian, sulla nuova piattaforma Disney+ lanciata il 12 novembre – che in sole 24 ore ha raccolto 10 milioni di utenti -, tutti i film d’animazione, proposti nella loro versione originale, sono preceduti da un avviso che recita: “Questo programma è presentato come originariamente creato. Può contenere rappresentazioni culturali obsolete”.

Capolavori come ‘Dumbo‘, ‘Lilli e il Vagabondo‘ e ‘Gli aristogatti‘ rischiano di diventare un problema per la mitica casa di produzione fondata da Walt Disney. Riproporre in sala o in tv cartoon del passato può infatti urtare la sensibilità degli utenti di oggi, legati ai dettami del politicamente corretto. E così, quando la Disney riprende in mano un suo cartone animato classico per farne la versione live action, come accaduto con il ‘Dumbo’ di Tim Burton, cambia la storia, elimina personaggi e… Fa flop.

A questo devono aver pensato i dirigenti della casa di produzione adesso che, dal 12 novembre, hanno lanciato in pompa magna negli Stati Uniti, in Canada e nei Paesi Bassi, la piattaforma che più di tutte le altre è pronta a far concorrenza al successo smisurato di Netflix, Disney+, che ha già registrato oltre 10 milioni di abbonati nelle prime 24 ore.

La Disney si trascina dietro da sempre accuse, anche pesanti, su presunti messaggi politici e religiosi (alcuni perfino satanici) ma il clima non è mai stato difficile come oggi, tant’è che molti credevano che Disney+ avrebbe proposto versioni già censurate dei vecchi cartoni. La scelta invece è stata diversa e si è optato per un avviso analogo a quello che precede immagini che possono turbare lo spettatore.

Il motivo è chiaro: il contesto socio-politico del 1941, anno in cui, per esempio, è stato portato in sala ‘Dumbo – L’elefante volante’, è decisamente diverso da quello dei giorni nostri, così i corvi del film, disegnati con addosso gli abiti in voga ai tempi nelle comunità afroamericane e chiamati ‘Jim Crow‘, in relazione al pacchetto di leggi volte alla segregazione razziale in quel momento in vigore negli Stati Uniti, potrebbero essere considerati oggi offensivi. Così come i gatti siamesi di ‘Lilly e il vagabondo‘, che nella versione originale parlano con uno smaccato accento orientale. Preoccupazioni che hanno costretto la Disney a rivedere e modificare queste scene nel momento in cui sono stati proposti i remake nelle sale. 

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