Cronaca

È stato (forse) ritrovato a Piacenza un quadro di Klimt rubato nel 1997

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Un dipinto di Gustav Klimt rubato nel 1997 dalla galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, potrebbe essere stato ritrovato. Sono in corso accertamenti per verificare l’autenticità della preziosa opera trafugata quasi 23 anni fa.

La scoperta è avvenuta durante i lavori di ripulitura di una parete esterna della stessa galleria piacentina. All’interno di una sorta di intercapedine è stato trovato un sacco che conteneva il dipinto. La polizia ha avvisato anche i carabinieri per la tutela del patrimonio culturale che si occuperanno della vicenda per svolgere tutte le verifiche del caso. “Non è da escludere che il quadro sia rimasto sempre lì”, in attesa che per i ladri giungesse il momento opportuno per portarlo via. A dirlo, all’AGI, il generale Roberto Riccardi.

La storia del furto

Il furto del Ritratto di Donna di Gustav Klimt, che potrebbe essere il quadro trovato oggi alla galleria “Ricci-Oddi” di Piacenza, fu scoperto la sera del 22 febbraio del 1997. La cornice del dipinto fu trovata sui tetti dell’edificio, e ciò fece pensare che i ladri fossero fuggiti (e forse entrati) dai lucernari della galleria.

Gli investigatori lo descrissero quasi subito come un furto “anomalo”. Secondo una delle ipotesi, che lascia intuire una strategia e un committente, i ladri “pescarono” il quadro da un lucernario, come nel film Topkapi. Nella galleria ci sono molte altre opere d’arte importanti, ma i ladri puntarono sul Klimt, in quel momento valutato cinque miliardi di lire.

Le indagini puntarono anche a capire se il sistema d’allarme, definito “obsoleto”, fosse scattato oppure no. L’altra ipotesi è che i ladri siano entrati e usciti dall’ingresso principale. Furono inviati tre avvisi di garanzia nei confronti di alcuni custodi della galleria, ma la loro posizione fu archiviata. L’indagine riprese nel 2016 in base alle tracce di Dna trovate sulla cornice, ma finora non ha dato esiti.

Il giallo nel giallo

Il 1 aprile del 1997, poco più di un mese dopo il furto, la polizia di Ventimiglia intercettò alla frontiera tra Italia e Francia un pacco destinato a Bettino Craxi, che allora era andato in auto-esilio ad Hammamet, in Tunisia. Dentro il pacco c’era un Klimt.

“Corremmo a Ventimiglia” – ha raccontato Stefano Fugazza, allora direttore della galleria Ricci-Oddi – “ma l’unica cosa con cui tornammo indietro fu una ricevuta. Il dipinto era convincente, sembrava il Ritratto di Donna, ma la pittura era fresca: era un falso ben fatto.

Un quadro dal’esistenza particolare

La vita del quadro di Klimt è stata particolarmente travagliata: dopo una placida permanenza nella galleria piacentina per quasi 60 anni, nel maggio del ’96 una studentessa del liceo artistico “Colombini”, Claudia Maga, scoprì durante una ricerca per l’esame di maturità che il ritratto di Klimt in realtà ne nascondeva un altro, sempre dello stesso artista, che i critici di tutto il mondo davano da decenni per scomparso.

Klimt, che ritrasse una donna di cui era innamorato e che morì prematuramente, aveva ricoperto la prima versione del prezioso ritratto femminile (datata dagli esperti attorno ale 1912) con un velo di colore, forse perché insoddisfatto dall’esito iniziale dell’opera. Della versione originale era rimasta solo un’immagine su un catalogo. Poi più nulla.

In realtaà dal 1926 l’opera giaceva “sotto mentite spoglie” a Piacenza, donata alla città dal mecenate Giuseppe Ricci Oddi. La sua vera identità sarebbe ancora nascosta se durante una ricerca per la maturità artistica l’allora 19enne studentessa di Broni (Pavia) non avesse notato la forte somiglianza tra il quadro esposto e l’opera di Klimt, esposta a Dresda nel primo decennio del ‘900 e data poi per dispersa.  

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