Cronaca

Come cambiano le regole del Pronto Soccorso

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Riccardo De Luca/Agf

Pronto Soccorso

Cinque codici numerici (ai quali si possono accostare i “classici” colori) per identificare la gravità del paziente, tempi certi di attesa, gestione del cronico sovraffollamento. È una vera e propria riforma del Pronto Soccorso quella contenuta nell’accordo Stato-Regioni, che recepisce tre parti: le linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero, sull’osservazione breve intensiva e sulla gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso.

Ecco nel dettaglio cosa prevedono i documenti.

LINEE DI INDIRIZZO NAZIONALI SUL TRIAGE INTRAOSPEDALIERO Gli obiettivi, scrive il ministero della Salute nel documento sulla proposta d’accordo, sono quelli di

  • realizzare l’effettiva presa in carico della persona e degli accompagnatori dal momento in cui si rivolgono al Pronto soccorso;
  • assicurare la valutazione professionale da parte di un infermiere specificatamente formato; garantire l’assegnazione del codice di priorità attraverso la considerazione dei bisogni di salute dell’assistito, delle sue necessità di cura e del possibile rischio evolutivo
  • utilizzare un sistema codificato di livelli di priorità d’accesso alle cure;
  • disporre di un sistema documentale adeguato e informatizzato.

LE 4 FASI DEL TRIAGE Il triage si divide in 4 fasi: Valutazione immediata: rapida osservazione dell’aspetto generale della persona con l’obiettivo di individuare i soggetti con problemi assistenziali che necessitano un intervento immediato. Valutazione soggettiva: effettuata attraverso l’intervista. Valutazione oggettiva: effettuata mediante la rilevazione dei segni clinici, dei parametri vitali e l’analisi della documentazione clinica disponibile. Decisione di triage: assegnazione del codice di priorità, attuazione dei necessari provvedimenti assistenziali ed eventuale attivazione di percorsi diagnostico-terapeutici.

5 NUOVI CODICI, DAL CASO PIU’ GRAVE ALLA ‘NON URGENZA’ Proprio i nuovi codici sono la novità più rilevante: si passa dai codici colore (rosso, giallo, verde e bianco) ai codici numerici (1, 2, 3, 4 e 5), introducendo il quinto codice (in realtà già presente in numerose realtà italiane). Per ciascuno dei 5 codici sono stati inoltre definiti i tempi massimi di attesa:

  • Codice 1 Emergenza, ingresso immediato.
  • Codice 2 Urgenza, attesa massima 15 minuti.
  • Codice 3 Urgenza differibile, attesa 60 minuti.
  • Codice 4 Urgenza minore 120 minuti.
  • Codice 5 non urgenza 240 minuti.

RIORGANIZZARE I FLUSSI Una volta delineati i tempi di attesa e di rivalutazione del paziente, il documento prosegue delineando l’organizzazione dei flussi di trattamento; in particolare, rilevante importanza viene data ai percorsi rapidi di See and Treat e di Fast Track, richiedendo inoltre che vengano sviluppati appositi percorsi per le patologie tempo-dipendenti (sindrome coronarica acuta, stroke e trauma grave) e per le condizioni particolari quali fragilità e vulnerabilità.

RIDURRE I TEMPI DI ATTESA Il documento, come riporta ‘Quotidiano Sanità’, contiene anche le linee guida sull’Osservazione breve intensiva (OBI). Dove si specifica come “l’ammissione dei pazienti in O.B.I., laddove appropriata, deve avvenire entro un tempo massimo di 6 ore dalla presa in carico e la permanenza non deve superare le 36 ore dalla presa in carico al triage”. In generale nel documento si definiscono le azioni che possono essere introdotte per ridurre il fenomeno e che “richiedono un’azione integrata con la rete dei servizi territoriali sanitari e sociali presenti a livello locale”.

Con una molteplicità di azioni da compiere: dalla definizione per ciascun territorio di percorsi di “affidamento diretto” per la presa in carico da parte delle Unità Operative Ospedaliere dei casi urgenti già seguiti dalle stesse a percorsi per la gestione delle urgenze ambulatoriali con classe di priorità di tipo U (entro 72 ore); dalla definizione per ciascun territorio di percorsi condivisi tra ospedale e territorio per la gestione del “fine vita” al rafforzamento dei servizi territoriali per intercettare quanto sarebbe inappropriato nell’ambito del Pronto Soccorso, incentivando la realizzazione di Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), di Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) o anche di Case della salute e Ospedali di Comunità, Hospice.

Ma anche percorsi informativi, rilevazione dei carichi di lavoro per un adeguamento eventuale delle risorse, e strategie di rinforzo temporaneo del personale medico, infermieristico e di supporto.

BED MANAGEMENT Nel documento riveste particolare rilevanza l’implementazione delle funzioni di Bed Management, all’ottimizzazione all’utilizzo della risorsa “posto letto” mediante un puntuale e metodico governo delle fasi di ricovero e di dimissione. “L’istituzione della funzione del Bed Management – si legge – rappresenta un elemento di facilitazione nel processo di governo dei flussi del paziente in ospedale e rappresenta una funzione della Direzione Aziendale tesa ad assicurare il coordinamento e l’integrazione tra logistica, aree produttive ospedaliere e percorsi diagnostici terapeutici. 

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