Cronaca

Andrea Pennacchi spiega le ragioni del successo della clip sui ‘terroni’

Andrea Pennacchi spiega le ragioni del successo della clip sui ‘terroni’

Due milioni di clic. Per intenderci quasi come il doppio degli abitanti di Milano. Anzi probabilmente mentre state leggendo queste righe si sarà superato anche questo numero. Due milioni di visualizzazioni per un video di quattro minuti dove l’attore padovano Andrea Pennacchi in un marcato accento veneto parla di “teròni” e “negri” con una amara ironia che stringe lo stomaco. 

Due milioni di visualizzazioni, non è cosa da tutti i giorni…

“Di certo io non me l’aspettavo, immaginavo che avrebbe avuto una certa risonanza ma non così. Forse il regista Francesco Imperato che è più giovane e social di me lo immaginava ma io di sicuro pensavo ad una video con diffusione regionale, magari utile a stimolare il dialogo con qualche leghista, giusto qualche botta e risposta”   Il video è un lungo e lentissimo zoom ed è sicuramente ben fatto e ben interpretato, ma forse non basta questo a spiegare la sua viralità…
  “No, certo. Il fatto è che tocca delle corde a cui molte persone sono sensibili come il razzismo. Il linguaggio usato è molto crudo ed è pensato proprio per attirare e allo stesso tempo respingere. Quello che interpreto è un personaggio che per me incarna il male ma che non può lasciarti indifferente” 

A giudicare dal numero di clic è stato di toccata una sfera emotiva molto importante…
  “Certamente, mi sono arrivati messaggi da parte di persone che raccontavano di aver pianto o aver avuto i brividi guardandolo e che mi ringraziavano, altre invece che si ritenevano offesi, che pensavano addirittura si trattasse di una persona vera che offendeva i meridionali e non di un attore. Si è alzato un vero e proprio muro che ha spaccato in due il pubblico. E non userei l’espressione semplicistica di analfabetismo funzionale per giustificare certe posizioni, piuttosto ancora una volta c’è stata una polarizzazione di opinioni diametralmente opposte e inconciliabili” 

Uno specchio della società attuale?
  “Sono più bravo a raccontare storie che a fare il sociologo, ma penso che si debba riflettere molto su questo aspetto se vogliamo arrivare al cuore dei nostri problemi. Non possiamo continuare a coltivare una società spaventata, arrabbiata e sempre pronta ad attaccare ma allo stesso tempo così codarda e incapace di una presa di posizione”.

Qual è secondo lei il vero messaggio che esce dal quel video?
  “Come direbbe il personaggio del video il messaggio è che “c’è sempre un terrone per qualcuno” e anche noi veneti, anche noi italiani siamo i “terroni” di altri. E’ una catena infinita che non mette al riparo nessuno. Bisogna stare molto attenti quindi a dare le colpe a qualcun altro perché poi si finisce in balia di persone che ti parlano di soluzioni semplici, e semplicistiche come il classico “basta respingerli” o “basta chiudere le frontiere e il problema non esiste più”. 

E’ un messaggio che avrà un seguito?
  “Il regista l’ha inserito in un progetto che si chiama “This is racism” e penso che voglia continuare con video di questo genere. Se mi vorrà ancora come attore sarò felice di collaborare a nuovi lavori”

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